Nell’unico incontro avuto con il neo-direttore dell’Agenzia delle Entrate, c’era stato l’impegno ad aprire con i rappresentanti dei lavoratori un confronto costante sui temi “caldi” che riguardano il comparto delle Agenzie fiscali. Quell’impegno non ha avuto seguito e nel frattempo abbiamo registrato alcune dichiarazioni pubbliche del tutto dissonanti rispetto alla realtà: ad esempio, “Mai più condoni fiscali in Italia”, proprio mentre il Parlamento con la voluntary disclosure sta depenalizzando alcuni gravi reati finanziari e tributari connessi alla grande evasione fiscale.
Altra uscita stonata ci è parsa quella sugli UNICO precompilati che costituirebbero la risposta che il Paese attende da tempo mentre, molto più semplicemente, il Paese reale attende che si metta mano finalmente a quei 160-180 miliardi di evasione fiscale sottratti al Fisco, e si alleggerisca il peso delle tasse soprattutto per i lavoratori e i pensionati che garantiscono l’83% del gettito da imposte dirette.
La stonatura ci sembra ancora più grave dopo che la dott.ssa Orlandi è apparsa sul palco della Leopolda, quella kermesse a metà fra una festa di partito (o almeno della sua corrente stramaggioritaria) e un brainstorming fra Governo e imprese che si è svolta proprio negli stessi giorni in cui i lavoratori di questo Paese - quindi anche i lavoratori del Fisco - hanno scioperato con la USB e protestato per chiedere diritti, reddito, contratti, dignità, buona occupazione.
Negli ultimi anni abbiamo denunciato con forza le “invasioni di campo” governative: le visite di Monti e Letta a Befera ci sono sembrate fumo negli occhi dell’opinione pubblica mentre dietro il fumo si continuava a lasciare indisturbati gli evasori fiscali e a mazziare i lavoratori. Oggi che questa “invasione di campo” è avvenuta a parti rovesciate siamo ancora più stupiti e preoccupati.
Abbiamo la sgradevole sensazione che il Fisco sia diventato uno dei tanti argomenti su cui questo Governo costruisce un mondo di bugie, di promesse, di prese per i fondelli destinate a non diventare mai realtà. Abbiamo la sensazione che si stiano creando i presupposti per rendere inutile e quindi superflua la “macchina fiscale”. Vorremmo sbagliarci e siamo pronti ad ammetterlo, a patto che la dott.ssa Orlandi dia segnali concreti su alcune questioni che riguardano la realtà e non il mondo immaginario.
I problemi più urgenti dei lavoratori sono ben noti:
1. blocco della contrattazione;
2. tetto agli stipendi e blocco delle progressioni economiche;
3. caos di regole sul salario accessorio (vedi Comma 165);
4. necessità di rivedere il sistema convenzionale;
5. spending review e chiusura uffici;
6. carichi di lavoro e responsabilità (rischi) professionali.
Alcuni di questi problemi non dipendono direttamente dalla volontà dell'Agenzia, uno per tutti la questione del blocco dei contratti che riguarda tutti i lavoratori pubblici dal 2010 e che dipende da precise scelte politiche prese nel solco dei diktat della Troika.
Su altre questioni l'amministrazione, invece, ha una responsabilità diretta e talvolta decisiva.
TETTO AGLI STIPENDI E BLOCCO DELLE PROGRESSIONI ECONOMICHE
La dott.ssa Orlandi vuole affrontare il tema delle progressioni economiche con l'impegno di estenderle a chi è rimasto fuori dall'ultimo passaggio, in attesa di avviare una nuova stagione di progressioni economiche per tutti?
CAOS DI REGOLE SU SALARIO ACCESSORIO E SISTEMA CONVENZIONALE
L'Agenzia delle Entrate può prendere con i lavoratori l'impegno ad avviare un pressing deciso sulla politica e in particolare sul "nostro" ministro di riferimento o direttamente con il capo del Governo, che sicuramente avrà incrociato alla Leopolda, affinché si arrivi a un riordino del sistema convenzionale a cui si lega necessariamente il riordino del nostro salario accessorio - che non vuol dire ovviamente altri tagli - e nel frattempo firmi almeno il decreto del Comma 165 per il 2013?
SPENDING REVIEW E CHIUSURA UFFICI
L'Agenzia intende proseguire nel piano nazionale di chiusure degli uffici periferici, come sta già facendo in nome della spending review e come farà con maggiore accanimento dato che nel 2016 i costi degli affitti passivi dovranno essere dimezzati e gli spazi di lavoro ridotti di un terzo?
CARICHI DI LAVORO E RESPONSABILITA' (RISCHI) PROFESSIONALI
L'Agenzia delle Entrate è ancora convinta che la logica degli obbiettivi a tutti i costi sia veramente il miglior metro di valutazione dell'efficienza del lavoro o piuttosto è foriero di storture, di carichi di lavoro eccessivi a fronte di riduzione di personale e di un meccanismo paradossale che sposta le responsabilità dall'alto verso il basso? E allora si vuole finalmente assumere una posizione volta a tutelare realmente i lavoratori (per esempio sull'individuazione della figura del responsabile del procedimento) o dietro i continui richiami alla flessibilità di giudizio, al buon senso, alla vicinanza al contribuente e ai suoi bisogni, si vuol continuare a scaricare tutte le responsabilità professionali sui lavoratori anche avvalendosi dei metodi spesso inquisitori praticati dall'audit?
In un quadro desolante fatto di tagli al salario, ai diritti, perfino alla nostra dignità di Lavoratori del Fisco, sarebbe auspicabile far sentire alta e forte la voce dell'Agenzia, anche perché, purtroppo, il Fisco è già diventato argomento da talk-show e viene trattato come una toppa da mettere sui conti pubblici quando manca qualche copertura alle roboanti promesse elettorali fatte da Renzi.
I problemi urgenti dei lavoratori, su cui all'Agenzia delle Entrate chiediamo risposte concrete e impegni precisi, altro non sono che il riflesso di un più grande problema che riguarda il Fisco nel nostro Paese: un paradiso per gli evasori e l'inferno per i lavoratori.
Rossella Orlandi, se ci sei (e sappiamo che ci sei…) batti un colpo!