Quello appena trascorso è stato un fine settimana impegnativo, che ha visto tra i vari appuntamenti due importanti iniziative del pubblico impiego: l’Assemblea interregionale del centro-nord a Bologna su contratti e democrazia sindacale e il Convegno nazionale delle educatrici dei nidi e delle insegnanti della scuola d’infanzia, che si è tenuta a Roma, presso la sala della Protomoteca in Campidoglio.
In entrambi i casi la partecipazione è stata alta e i lavori di grande interesse. A Bologna si è discusso di contratti, a partire da quelli finora sottoscritti che riguardano i Comparti Funzioni Centrali e Istruzione e Ricerca, sui quali il giudizio della USB e dei lavoratori che stanno partecipando alla consultazione è drasticamente negativo, perché le intese sottoscritte dai sindacati complici e dalle loro appendici pseudo autonome rappresentano una vera e propria svendita sia sul piano economico che normativo. Sono passate le norme restrittive sui permessi, sulle assenze e sulla disciplina, sono state introdotte le fasce meritocratiche ed è stato cancellato il diritto alla contrattazione su orario di lavoro, formazione e mobilità dei lavoratori. Per quanto riguarda la parte economica, gli 85 euro medi mensili non recuperano nemmeno il 40% dell’inflazione registrata negli anni del blocco dei contratti e l’elemento perequativo, che, per quanto riguarda il Contratto Funzioni Centrali interessa i lavoratori della I e II area, aree A e B (da 21 a 25 euro mensili solo per il periodo marzo-dicembre 2018), è un’offesa allo strumento contrattuale, perché è un compenso non solo “una tantum”, ma non coperto da contributi previdenziali e quindi non valido ai fini pensionistici e del calcolo del TFS/TFR.
E’ stata sottolineata la scelta della USB di non firmare l’accordo e di contestare la norma che prevede che possano fruire degli strumenti di partecipazione sindacale (informativa, confronto, contrattazione integrativa) solo le organizzazioni sottoscrittrici del contratto. Una norma antidemocratica e ricattatoria che USB è intenzionata ad impugnare giuridicamente, sostenendo la battaglia legale con iniziative dentro e fuori i posti di lavoro.
La vicenda contrattuale è stata poi inserita in un’analisi più ampia, che ha riportato la discussione alle politiche antisociali e contro i diritti dei lavoratori imposte dall’Unione Europea in nome del pareggio di bilancio e di un’economia di crisi dalla quale sembra non si voglia uscire, per pregiudizio ideologico e per odio di classe.
A Roma le educatrici dei nidi e insegnanti delle scuole dell’infanzia, delegate di USB, hanno dato vita ad un confronto appassionato, mettendo in fila le problematiche del settore, alla luce dei recenti interventi legislativi (Legge 0/6 e Legge Iori). Lo Stato coordinerà “il sistema integrato di educazione ed istruzione 0/6”, ma saranno poi le regioni ed i comuni a curare la gestione del servizio affidandosi eventualmente al privato, senza particolari limiti. C’è il rischio di una disomogeneità dell’offerta educativa sul piano territoriale e di un ruolo sempre più preminente dei soggetti privati.
USB ha ribadito nel Convegno la propria posizione a favore della scuola pubblica e della stabilizzazione di tutte le educatrici ed insegnanti precarie, prima che scatti nell’anno scolastico 2019-2020 l’obbligo del possesso della laurea per svolgere tale professione.
Dai due appuntamenti di Bologna e Roma è stata rilanciata la scadenza dello Sciopero nazionale del 23 febbraio della Scuola, a cui aderiranno anche le educatrici dei nidi e le insegnanti della scuola dell’infanzia. Nello stesso giorno sciopereranno anche i lavoratori della Sanità e i Vigili del Fuoco, mentre il giorno prima sarà la Ricerca a scendere in piazza. Una due giorni che rappresenta al meglio un Pubblico Impiego in rivolta contro la continua umiliazione dei lavoratori pubblici che ha raggiunto l'apice con il rinnovo dei contratti. L'arretramento dei diritti e le condizioni economiche in costante peggioramento non sono più tollerabili e finalmente i lavoratori stanno reagendo con grande determinazione, utilizzando lo strumento per eccellenza della lotta sindacale.
Mentre gli altri fanno promesse di ogni tipo, gareggiando a chi la spara più grossa come nella campagna elettorale dei partiti politici, la USB la campagna delle RSU la fa confrontandosi con i problemi concreti dei lavoratori, avanzando proposte coerenti con quanto affermato in passato e organizzando momenti di lotta e di confronto.
USB NON CAMBIA PERCHE’ CI SONO LE ELEZIONI RSU
USB E’ COERENTE CON SE STESSA E CON GLI IMPEGNI PRESI
USB Pubblico Impiego