Ci voleva Obama per ufficializzare quello che tutti noi già sapevamo: che l’attacco alla Libia del 2011 fu un fallimento ed un grave errore voluto in primis da Sarkozy e da Cameron, cui subito si accodò l’Italia, che andarono alla guerra senza per altro alcuna strategia per il dopo, con l’unico scopo di cercare di accaparrarsi quote consistenti del prezioso petrolio libico.
Il risultato fu solo quello di destabilizzare non solo la Libia, ancora oggi divisa fra più governi, ma tutta l’area del Mediterraneo, contribuendo ad alimentare l’estremismo terroristico che da allora si è sviluppato in molti paesi dell’Africa e del Medio Oriente.
Ma Obama fa finta di dimenticare l’altro attore delle ormai numerose avventure militari planetarie e cioè la NATO, l’allenza nord atlantica di cui gli USA sono tra i protagonisti principali, e di cui fa parte la Turchia il maggior sostenitore dell’ISIS che ha armato e addestrato insieme all’Arabia Saudita con l’obiettivo di fare in Siria quello che hanno fatto in Libia: parcellizzare il suo territorio, dopo aver abbattuto Assad, accaparrarsene fette consistenti, permettere la creazione del Califfato con insediamento anche in Iraq.
Gli USA quindi non sono esenti da colpe come non lo è l’Europa Unita che ora piange sulle conseguenze di queste guerre, qualche milione di profughi alle frontiere che si rifiuta di accogliere venendo meno alle sue stesse leggi e principi.
In tutto questo scenario non manca il governo Renzi che come i precedenti nelle scorse settimane è diventato il capofila di una coalizione che si prepara ad una nuova avventura militare in Libia, salvo fare una parziale retromarcia di fronte alla sfrontatezza dell’ambasciatore americano che la scorsa settimana ha annunciato la partenza di ‘5.000 militari italiani’ , forse dopo aver dato un’occhiata ai sondaggi che mostrano come la maggioranza degli italiani sia contrari ad un nuovo intervento in quel paese. D’altronde tra due mesi ci sono le elezioni amministrative e allora…..
Ma i pericoli di guerra non sono affatto scongiurati. Per questo il 12 Marzo ci mobiliteremo dal Piemonte alla Sicilia per impedire di essere trascinati nuovamente in un conflitto il cui unico scopo è la spartizione delle risorse energetiche, obiettivo ambito dalle multinazionali di quegli stessi paesi che provocarono il caos in Libia nel 2011.
La Piattaforma Eurostop, a cui USB partecipa fin dalla sua costituzione, promotrice delle manifestazioni del 16 Gennaio scorso in occasione del 25° anniversario della guerra in Iraq, ha promosso insieme ad un vasto arco di forze sociali, politiche, movimenti, questa nuova giornata di lotta sulla base di obiettivi chiari, senza alcuna mediazione con quegli interessi che oggi si nascondono dietro gli alibi ‘della lotta al terrorismo’ come ieri degli ‘interventi umanitari’.
E’ ora di gridare con forza che siamo contro questa nuoca guerra, di pretendere la chiusura delle basi Nato nel nostro paese, la forte riduzione delle spese militari a vantaggio delle spese sociali, oggi fortemente messe in discussione da un’austerity che non ha alcun senso, a difesa di una reale democrazia nel nostro paese e per le popolazioni aggredite.