Che EXPO a Milano fosse una fucina di corruzione e un guazzabuglio tra interessi privati e capitali pubblici, apparecchiati su un tavolo al quale hanno desinato - tutti insieme - la politica, le mafie e l'imprenditoria, lo avevamo denunciato sin da subito. Una convinzione che, ad ottobre del 2014, ci spinse ad attraversare la città con un lunghissimo corteo, al grido di NO EXPO!https://lombardia.usb.it/index.php?id=85&tx_ttnews%5btt_news%5d=78862&cHash=d27dd5ac91&MP=73-255
Avevamo visto lungo e giusto, anche se già allora la cronaca giudiziaria aveva fornito abbastanza materiale perché chiunque potesse avere chiaro le reali condizioni nelle quali l'esposizione mondiale stava per avere inizio.
Expo però, con Sala al comando, sarebbe stato anche un grande laboratorio di precarizzazione del lavoro e di cancellazione dei diritti: lavoro volontario e gratuito (anche per gli studenti delle scuole superiori in cambio di crediti, successivamente istituzionalizzato con l’Alternanza Scuola Lavoro), sono concetti che furono sdoganati proprio in quella occasione e che, proprio da allora, hanno ulteriormente cambiato in peggio il mondo del lavoro; fu allora che a Milano comparvero i riders, simbolo della condizione di sfruttamento estremo e di un mondo del lavoro senza diritti: non certo un caso!
Giuseppe Sala è chiaramente uomo-simbolo dei poteri forti e, se la storia ci insegna qualcosa, oggi guardiamo con grande preoccupazione alla gigantesca macchina che si metterà in movimento per l'altro grande evento che sta facendo esultare all'unisono la politica, gli imprenditori e - possiamo scommetterci - soprattutto le stesse mafie che di EXPO furono il maggiore collettore di guadagni: le Olimpiadi invernali del 2026 appena aggiudicate da Milano e Cortina. A quest’altro grande evento Sala, il cui mandato termina nel 2021, intende essere presente ancora da sindaco di Milano, avendo dichiarato di volersi ricandidare proprio in occasione dell’annuncio delle Olimpiadi.
Un eventuale secondo mandato sarebbe ancor di più all’insegna dell’arrogante ed assoluto disinteresse ai bisogni dei comuni cittadini milanesi: ne è dimostrazione la malagestione dei servizi, in particolare dei servizi alla persona, all'infanzia e dei servizi sociali. Aumenterebbe l’attacco ai diritti dei lavoratori: nella città dei grandi eventi viene ripetutamente negato il diritto di sciopero alla Polizia Locale, vengono differite arbitrariamente le assemblee nei musei, si attuano progetti di lavoro straordinario con flessibilità e prolungamenti di orari serali al servizio di una immagine patinata della metropoli diametralmente opposta alle reali esigenze dei cittadini e dei lavoratori del Comune.
Per queste ragioni, USB Lombardia ritiene che oggi Sala abbia il dovere morale e politico di dimettersi immediatamente da Sindaco di Milano, una città che lo stesso Sala decanta ad ogni occasione come città-modello alla quale le altre devono conformarsi ma che, a giudicare dai fatti, è solo la maschera pulita di un sistema di malaffare talmente grande che quella maschera non riesce più a contenere.