La situazione che stanno vivendo i lavoratori del CSTP a Salerno è un dramma che si rinnova di giorno in giorno. La strumentalizzazione e l’uso politico di questa storica azienda ha lacerato i lavoratori: la subalternità del sindacato aziendale ai soci e all’amministratore nominato (oggi liquidatore) è scandalosamente incestuosa.
Abbassare i costi del lavoro, questo il rimedio perseguito per ostacolare e risolvere una crisi guidata al fallimento fin dall’inizio: da quando tutto il Trasporto Pubblico Locale in Campania e in Italia è stato messo a disposizione degli interessi privati a danno dei cittadini e dei lavoratori che hanno visto tagliato il salario indiretto (i servizi) e quello diretto (gli stipendi).
Ricapitalizzare: questo il dovere chiesto ai (pochi) soci. Un mantra ossessivo per palleggiare responsabilità di gestione tra amministratori ed assessori comunali, provinciali e regionali. I fatti dicono che ormai i lavoratori del CSTP sono allo stremo per salario che continua ad essere ridotto e ritardato, ma soprattutto, per un futuro sempre più messo in discussione.
L’indicazione ministeriale di Pasquino come Commissario Giudiziale al CSTP, più che un incarico politico sembra un esame a cui viene chiamato nelle ultime ore del suo rettorato salernitano. Questo esame è preliminare al premio (?) che sarà diventare Commissario Straordinario.
Questo esame può essere brillantemente superato se e solo se, si cambia musica e si rilancia con un progetto che va da Scafati a Sapri; se tutto il TPL della Provincia di Salerno viene ripensato e legato a dei contratti di servizio cui la Regione, Provincia e tutti i comuni salernitani saranno chiamati a sottoscrivere: altro che ricapitalizzazione a fondo perduto !!! Se e solo se, si abbattono i costi necessari alla trazione dei bus con energia alternativa: per esempio quella solare con stazioni di ricarica che funzionano da deposito ed officina reinternalizzata.
Se e solo se, verranno ripristinati, in quantità e frequenza i servizi di collegamento erogati nel 2010. Se e solo se, il TPL salernitano viene integrato in un piano di sviluppo turistico che permetta collegamenti affidabili da pubblicizzare insieme alle nostre tante località già famose in tutto il mondo. Se e solo se, il TPL smette di essere preda di una politica vorace solo di voti e risorse, per diventare fiore di una politica che si rimetta a progettare futuro per le nuove generazioni e che, soprattutto, smetta di pensare ai lavoratori come ad un costo, ridando loro dignità e diritti.
Ma la vera condizione necessaria, è la discontinuità con l’attuale liquidatore. Semmai dovesse entrare in funzione un Commissario Giudiziale (e ormai pare di si), Pasquino dovrebbe quindi iniziare il suo dovere di “vigilare sul patrimonio e sull’esercizio dell’impresa da parte del debitore” ... davvero poca cosa per un Rettore, per quanto ex, declinare la propria carriera tra la puzza di pneumatici consumati e quella del gasolio più caro d’europa … anche se Commissario Straordinario, sarebbe davvero poca cosa: un esame di liquidazione appunto, non una sfida manageriale, se a mancare sarà un’ampia e concreta garanzia “politica” di un vero investimento economico sul TPL salernitano.
Ai lavoratori tocca organizzarsi per non fare la solita fine della vittima sacrificata all’altare del profitto di pochi e della ormai “vecchia” concertazione a perdere… ma, se e solo se, sapranno cominciare a dire no!
« Mi sono scocciato di sottostare alla legge del vivere civile che ti assoggetta a dire sì senza convinzione quando i no, convintissimi, ti saltano alla gola come tante bolle d'aria. »
(Eduardo De Filippo/Guglielmo Speranza)