Nessuna sorpresa rispetto all’annuncio da parte di Salvini della nuova precettazione dello sciopero di 24 ore del trasporto pubblico locale, indetto da USB e altre organizzazioni sindacali per il 15 dicembre; un’azione di lotta già spostata dal 27 novembre a causa proprio della precedente ordinanza del ministro.
Il fatto che l'annuncio sia stato dato con 10 giorni di anticipo dal palco dell'assemblea pubblica di Confimi, associazione datoriale manifatturiera, la dice lunga sul senso di questa vera e propria crociata contro lo sciopero.
Non c'è alcun "grave e imminente" pericolo che autorizzi l'intervento a gamba tesa del ministro dei trasporti, che quindi sta agendo completamente fuori dalla legge 146/90 e successive integrazioni e a dispetto della stessa Commissione di garanzia. Si tratta quindi di una scelta che è perfino al di fuori della più restrittiva normativa antisciopero esistente in Europa: effettuata per fare campagna elettorale sulla pelle dei lavoratori, strizzando l'occhio alle associazioni padronali.
Proprio perché la posta in gioco è la difesa dell’unico strumento che i lavoratori dispongono per rivendicare i propri diritti e il proprio salario, USB sceglie di disobbedire a una precettazione illegittima e anticostituzionale.
Una scelta che la nostra organizzazione è pronta a fare anche in vista della probabile impossibilità di ricorrere al TAR per far sospendere l'ordinanza, visto che il ministero dei trasporti ci ha ormai abituato a pubblicarla all'ultimo minuto, consentendo il ricorso solo in un secondo momento. USB è perfettamente cosciente delle pesantissime sanzioni previste dalla normativa, per le organizzazioni sindacali che non rispettano le ordinanze di precettazione, e si sta già preparando ad impugnare il provvedimento con i propri legali.
Le modalità della protesta saranno discusse questo pomeriggio in un'assemblea generale indetta per tutti i delegati Tpl in modalità online a partire dalle ore 18.
USB ha già lanciato un appello a tutte le forze politiche e democratiche per sostenere, con la presenza e il contributo, una battaglia che non è fatta solo per difendere il diritto di sciopero degli autisti dei bus e delle metro: oggi occorre difendere quegli stessi principi costituzionali che sono alla base di ciò che ancora resta della nostra democrazia.
Unione Sindacale di Base