Quanto successo nella struttura del San Raffaele è rimbalzato su tutti i giornali: le negligenze sulla sicurezza per garantire la non trasmissione del COVID 19 nella RSA di Rocca di Papa sono state denunciate subito dai parenti delle vittime e dalla Sindaca del piccolo comune dei castelli Romani.
I dati sono pubblici, la negligenza sanitaria ha portato a 178 contagi e 21 morti, anche l’intervento della ASL RM6 ne ha rivelato le cause: “inadempienza delle misure di contenimento del COVID 19”.
Oggi, ad un mese e mezzo dall’intervento nella struttura, i lavoratori e le lavoratrici sono senza stipendio da mesi e anche senza cassa integrazione, visto che la dirigenza del San Raffaele non ha proprio provveduto ad avviare le pratiche. L’imprenditore Angelucci, minacciato dalla revoca dell’accreditamento con il SSR effettivamente avvenuta pochi giorni fa, ha provveduto a svuotare la struttura dei pazienti ricoverati lasciando a bagnomaria lavoratori e lavoratrici: in 140 pagano, in questo modo, le negligenze della struttura.
E’ di Venerdì la notizia dell’accordo di salvataggio, considerato “risolutivo”, tra Cgil Cisl e Uil e la Regione Lazio; questi, per “salvare” i lavoratori e le lavoratrici, creano un vero e proprio bacino di disoccupati della sanità, a cui potranno attingere in via preferenziale altre aziende della sanità privata.
Ci chiediamo se i personaggi che hanno firmato, con tanto orgoglio, hanno anche valutato le parole. Forse non l’hanno fatto, quindi proviamo a farlo noi: questo accordo non salva nessuno dal licenziamento! Avere una possibilità di ricollocazione non è come avere un lavoro!
Come USB crediamo che l’unico modo per salvare i posti di lavoro e la funzione sanitaria della struttura sul territorio sia il commissariamento, ed è per questo che chiederemo al prefetto la valutazione della possibilità di effettuarlo nel minor tempo possibile.
Usb Roma