Il ritorno dell’atto sanitario della nostra Asl dalla commissione regionale ratifica un sostanziale disastro. Speravamo che in Regione si apportassero delle modifiche, ma così non è stato.
La rete delle emergenze farà acqua da tutte le parti, infatti le promesse per l’ospedale di Acquapendente erano solo bugie: in quell’ospedale ci sarà solo il reparto di medicina più la fantomatica casa della salute ma non ci sarà nessun pronto soccorso.
L’area nord ovest della nostra provincia rimane così sguarnita di una vera rete per le emergenze.
Il patto con l’ospedale di Orvieto appare sempre più paradossale: smantelliamo i presidi, spesso eccellenti della Asl di Viterbo per potenziare Orvieto sapendo, tra l’altro, che da anni ci viene raccontato dalle varie direzioni della nostra Asl che abbiamo un debito enorme da saldare con l’Umbria proprio per le prestazioni sanitarie fuori regione effettuate dai nostri utenti.
Qualcosa evidentemente non torna. L’ospedale di Montefiascone è completamente distrutto, geriatria non c’è più ed ematologia anche. Ma allora i milioni di euro spesi per realizzare il reparto di ematologia proprio a Montefiascone come li giustifichiamo e i soldi raccolti dai cittadini che fine hanno fatto?
Continueremo quindi ad avere 4 posti letto per ematologia senza poter effettuare i trapianti di midollo, in sostanza abbiamo dato il colpo di grazia a una eccellenza del Viterbese, tanto più che non c’è più nemmeno ematologia come struttura complessa ma solo oncoematologia.
Abbiamo idea, però, che la Corte dei conti qualche domanda la farà per i denari pubblici spesi per un reparto fantasma.
La casa della salute, poi, non potrà sostituire la geriatria a causa della complessità delle patologie dell’anziano, ciò significherà gravare ancora di più Belcolle già in grave affanno e che già adesso è costretto a elaborare un protocollo di intesa con la clinica Salus di Viterbo. Il completo ridimensionamento poi di oculistica è il fiore all’occhiello di questo atto aziendale. Si afferma che oculisica “produceva poco”, si dimentica di dire che da tempo oculistica a Viterbo era stata messa nelle condizioni di lavorare sempre meno, tanto che per una cataratta bisognava andare a Ronciglione perché a Belcolle mancava la strumentazione adatta.
Ostetricia subisce anch’essa un ulteriore ridimensionamento. Resta, infatti, solo Viterbo già saturo. In compenso nasce un nuovo incarico dirigenziale “il percorso del parto”, forse ci si riferiva ai chilometri che le gestanti dovranno fare per partorire magari dando alla luce il loro bimbo in autoambulanza, come è già successo.
In sostanza il caos aumenta, l’efficienza nella risposta sanitaria diminuisce drammaticamente, gli sprechi milionari continuano, basti pensare agli affitti ai privati per servizi sanitari che potrebbero essere ospitati in strutture pubbliche. Le nuove emergenze vengono dimenticate, come la psichiatria dove non esiste nemmeno un incarico di struttura semplice per la riabilitazione psichiatrica territoriale.
Questo disastro annunciato conferma che l’atto aziendale così concepito è uno strumento ormai logoro e pericoloso. Come organizzazione sindacale ci appresteremo a costruire gli stati generali della sanità, in modo da realizzare un percorso condiviso con i cittadini e le organizzazioni dei lavoratori per contrastare il declino della sanità pubblica.
Unione Sindacale di Base – Compartimento Sanità