Una serie di cambiamenti, (commissari straordinari al posto dei DD.GG., sostituzione dell’Assessore), non sono stati effettuati per le loro gestioni disastrose, o a seguito delle tante richieste di dimissioni provenienti dalla società civile, ma solo e quando gli interessi di potere hanno deciso che si doveva fare, una conferma dell’arroganza e dell’indifferenza che i partiti politici, che da anni governano in Campania, hanno nei confronti dei propri concittadini.
Non è stato sufficiente ne il buco di circa 10 miliardi di debiti, ne il mancato rispetto del patto di stabilità con il governo a far dimettere l’Assessore alla Sanità Montemarano, lo ha fatto solo e quando lo ha concordato a tavolino con Sassolino, per convenienza politica.
Intanto, mentre si susseguono i balletti ai posti di potere della sanità, il disastro gestionale aumenta, la qualità dell’assistenza sanitaria pubblica peggiora sempre di più, i tagli del personale, dei posti letto e dell’assistenza continua e le conseguenze ricadono sempre più pesanti sui cittadini e gli operatori del settore.
Nelle strutture sanitarie pubbliche della Campania, il personale vive una sorte di stato di impotenza e di precarietà generalizzata, i Direttori sanitari ed amministrativi, i responsabili dei servizi, i primari dei reparti, ed il personale in genere, non sanno se resteranno in quel posto oppure saranno spostati, non sanno se i loro dirigenti superiori, resteranno o cambieranno, non sanno se il disastro gestionale potrà assicurare la continuità funzionale al loro servizio e lo stesso loro stipendio. Questo stato di cose, si somma agli attacchi deliranti portati avanti dal ministro Brunetta nei confronti dei dipendenti pubblici e crea uno stato d’animo non favorevole allo svolgimento di un lavoro particolare ed importante come quello di dare assistenza agli ammalati.
Adesso che per molti operatori, le dimissioni di Montemarano saranno vissute come la perdita di un riferimento, perché avevano concorso attivamente alla sua ascesa politica, il loro stato d’animo, sarà vicino alla depressione, un danno ulteriore alla già carente qualità dell’assistenza.