Il documento della Regione Lazio a seguito dell’incendio dell’ospedale di Tivoli ha del paradossale.
Nel piano di emergenza a seguito della chiusura dell’Ospedale di Tivoli, oltre a evidenziare la necessità urgente di adeguamento dei sistemi antincendio di tutte le Aziende Ospedaliere, le ASL e di tutti i presidi dei distretti del Lazio, scopriamo altre importanti informazioni. A fronte di solo 574 nuove assunzioni e 528 stabilizzazioni, infatti, non viene data nessuna certezza di proroghe dei tempi determinati con scadenza 31/12: la Regione ha deciso così di “acquistare” dalla sanità privata accreditata 178 posti letto per un periodo di 6 mesi, per ora, ad un costo che supera i 10 milioni di euro di spesa.
Per giustificare questa spesa il Presidente Rocca usa l’annoso problema del sovraffollamento dei PS.
A quanto pare, secondo il presidente Rocca, le strutture ospedaliere di Roma e del quadrante interessato dalla chiusura dell’ospedale di Tivoli hanno urgente bisogno di trasferire i pazienti dai Pronto soccorso.
Ma è possibile che con un investimento così ingente, magari aggiungendo qualcosa, non fosse possibile aumentare di 178 posti letto gli ospedali pubblici di Roma?
Anche perché tra le strutture private che si dividono questo ingente finanziamento economico troviamo strutture lontanissime da Tivoli mentre, ad esempio, il Policlinico Tor vergata da anni ha la “Torre 8” con 7 piani completamente arredati ma chiusi ai ricoveri… Probabilmente con ben oltre 178 posti letto.
E così, mentre la condizioni di lavoro e di funzionamento della Sanità Pubblica delle Aziende di Roma sono completamente al collasso, anche questa volta e in perfetta continuità con le amministrazioni precedenti, la scelta ricade sempre sul gonfiare le tasche degli avvoltoi della sanità privata.
Basta speculazioni sulla salute e basta chiacchiere. Vogliamo Assunzioni stabili, posti letto pubblici e proroga dei contratti in scadenza.
USB Sanità Lazio