MESTRE - Quindici autobus in servizio nell'arco della giornata di ieri, un'adesione con punte del 90% secondo Rdb Cub che dice «Perfino più di quanto ci aspettassimo ». La serrata di ventiquat-tr'ore degli autisti dell'Actv per il servizio su gomma ha raggiunto lo scopo paralizzando la circolazione sui mezzi pubblici. Piazzale Roma deserto con, appena, qualche bus delle linee extraurbane (che hanno aderito in maniera minore) e fermate spazzate dal maltempo e affollate di gente. Il rischio è che questa scena si ripeta molto presto con l'aggiunta di blocchi stradali. Lo dice Danilo Scattolin coordinatore di Cub Trasporti: «Arrivati a questo punto di esasperazione non possiamo certo fermarci. Ci aspettiamo di essere convocati quanto prima dall'azienda per ridiscutere la questione dei turni lavorativi. In caso contrario saremo costretti a continuare con scioperi e azioni alternative». Vale a dire attraversamenti pedonali bloccati dai dipendenti Actv con volantini per spiegare ai veneziani il perché di una tale ondata di proteste. Il polso dello scontento fra gli autisti è disegnato dalla fortissima adesione di ieri, soprattutto nelle aree più coinvolte dall'agitazione, il trasporto urbano e il trasporto extraurbano del Bacino nord. «Sono usciti 15 bus dal deposito di Mestre su 200», spiega Scattolin. Se la partecipazione degli autisti che gravitano sui depositi esterni (Dolo, Chioggia e il Lido) è stata più tiepida per la lontananza dal grande cantiere di Mestre, per i colleghi che fanno i conti quotidianamente con cantieri del tram, code nei punti cruciali e strade chiuse, la situazione è molto diversa. «Siamo arrivati al limite - conclude Scattolin - e anche in quest'occasione non è stata data alcuna informazione ai cittadini come dice la legge». Sotto accusa, oltre ai disagi provocati dai lavori in città, anche il piano di turni in vigore da aprile. Le linee più dure in cui è impossibile rispettare le tabelle di marcia previste dall'azienda, spiegano le rappresentanze di base, sono le circolari per il nuovo ospedale. Per ognuna di queste linee, i tempi di percorrenza sono giudicati insufficienti. Nelle stesse ore è scoppiata una protesta, per ora solo a colpi di lettere, anche in laguna. Ieri il ferry boat Marco Polo è di nuovo andato a sbattere contro la banchina al Lido, intorno a mezzogiorno. Non ci sono stati feriti, anche se si è corso il rischio che venisse danneggiato l'unico pontile utilizzabile, ma è il secondo incidente in soli quattro giorni. «Abbiamo chiesto all'azienda di cambiare i telecomandi di manovra del Marco Polo — dice la Cgil — ritenuti inidonei e quindi potenzialmente pericolosi. Non sono adatti al tipo di manovre che devono essere fatte». Cgil accusa l'azienda di mettere a rischio l'incolumità dei passeggeri.