La giornata del 30 maggio si chiude con un bilancio più che positivo sia del primo sciopero metropolitano indetto da USB e sia della manifestazione insieme alla rete dei movimenti e dei sindacati per Roma Bene Comune.
Ieri hanno scioperato contro le privatizzazioni, le ristrutturazioni, le esternalizzazioni ed il progetto di Bilancio in via di discussione all’assemblea capitolina, i dipendenti delle aziende ex municipalizzate –Atac, Ama, Acea, Zetema, etc. e delle cooperative collegate ai loro servizi- che rientrano nel progetto della Holding Roma Capitale, il personale delle aziende che invece verranno ristrutturate o messe sul mercato –come Farmacap e Centrale del Latte- insieme ai dipendenti pubblici dell’Amministrazione Capitolina, dell’educatrici delle scuole per l’infanzia dei nidi e gli operatori sociali che prestano servizi di assistenza per conto del Comune di Roma.
L’adesione alla nostra iniziativa è stata ovunque decisamente alta, con punte dell’80% medio nel trasporto pubblico locale –paralizzando la città di Roma-, passando per il 50% di struttura chiuse tra nidi e scuole per l’infanzia e più che positiva tra le altre aziende e amministrazioni interessate.
Un prova di forza che dimostra ancora una volta la nostra presenza e diffusione, che ci conforta in questo percorso e che dimostra come i lavoratori abbiano compreso alla perfezione i pericoli insiti nelle manovre di questa giunta e nel progetto di privatizzazione.
La manifestazione, che si è mossa dal Colosseo ed è giunta in Campidoglio, ha visto la grande partecipazione di diecimila persone: i lavoratori in sciopero insieme ai movimenti in difesa del diritto alla casa e del reddito, ai precari, agli studenti, ai migranti, ai disoccupati.
Siamo arrivati in tanti sotto le finestre del Sindaco, riempiendo la piazza e urlando la nostra richiesta di modificare questo progetto di Bilancio, la politica di questa giunta e la nostra opposizione alle privatizzazioni. Complice l’atmosfera creata dalle prime proiezioni dei ballottaggi delle elezioni amministrative, all’incontro con una delegazione della manifestazione si è presentato il solo Assessore al Bilancio Lamanda accompagnato dal proprio Direttore, producendo un esito assolutamente insoddisfacente. Significativa è stata l’assenza del Sindaco, degli altri assessori e dei capogruppo consiliari, fatto salvo Andrea Alzetta di Action e Gemma Azuni di Sel, ma si è comunque ottenuto un incontro specifico sulle vertenze in essere per giovedì 9 giugno, giorno nel quale è stata già riconvocata una manifestazione al Campidoglio.
Il banco di prova dello sciopero metropolitano è stato ampiamente superato: dopo la vertenza alla regione Lazio il novembre scorso, è riuscito ancora una volta alla grande lo sforzo di mettere insieme le lotte dei lavoratori pubblici e privati a quelle dei movimenti e delle altre forze sociali di questo territorio, in modo ancora più compatto e più forte di prima nella rete di Roma Bene Comune, con la voglia di connettere le lotte e i bisogni diffusi in una parte di società che non vuole più pagare questa crisi e che, nonostante troppi la vorrebbero invisibile, è ormai sempre più organizzata e capace di farsi sentire forte e vedere numerosa.
La giornata di ieri è solo l’inizio della vertenza sul Bilancio del Comune di Roma e sul progetto di privatizzazioni dei servizi pubblici, collegato ai referendum del 12 e 13 giugno.
USB, con lo sciopero metropolitano e la partecipazione numerosa e qualificata alla manifestazione, ha di nuovo contribuito a fare un altro passo avanti verso la costruzione di quel sindacato metropolitano, quel luogo aperto di confronto e di connessione delle lotte di tutti, del quale in questa città, in questo territorio, in questo Paese si sente un gran bisogno.
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