Sia lo sciopero sociale di oggi, che ha visto protagonisti gli studenti, i precari, i migranti, sia lo sciopero generale del 24 ottobre scorso, con la forte adesione giunta dai lavoratori dipendenti, confermano un importante segnale di disponibilità alla lotta di cui Renzi e la politica debbono prendere atto.
Dalla protesta dei ricercatori sotto la Funzione Pubblica a quella dei migranti, che dopo il corteo e la manifestazione a Montecitorio di oggi daranno vita a due giorni di confronto per l’individuazione di prospettive e campagne di mobilitazione internazionali; dai lavoratori del commercio, saliti sul Colosseo unendo la loro lotta contro un pessimo rinnovo contrattuale con quella degli autisti di Roma Tpl, sospesi dal servizio dopo un intervista tv; i senza casa e gli inquilini delle case popolari, che nella periferia romana stanno dando vita ad un corteo per la difesa dei diritti sociali: tante le iniziative messe in campo, che hanno costretto le controparti a confrontarsi con le varie espressioni presenti nello sciopero sociale.
Non sarà certo una mano di vernice sul jobs act, che rimane inalterato nel suo impianto condannando alla precarietà intere generazioni, a bloccare le mobilitazioni in atto. E durante una crisi che non accenna a diminuire, falcidiando migliaia di posti di lavoro, questo governo non avrà vita facile: legge di stabilità, spending rieview e blocco dei contratti e dei salari potranno solo far crescere le proteste e gli scioperi.
L’USB continuerà ad accogliere ed organizzare queste lotte: nei territori e nei luoghi di lavoro, per battere le politiche dell’Unione Europea e del governo italiano.
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GIORNATA DI LOTTA 14 NOVEMBRE: L'UNIONE SINDACALE DI BASE C'È!
Dopo sciopero generale del 24 ottobre scorso, l’USB continua la mobilitazione contro la politica economica del Governo Renzi e le direttive dell’Unione Europea.
Oggi, venerdì 14 novembre, in occasione dello sciopero generale e sociale indetto dai movimenti sociali e sostenuto dal sindacalismo di base, in tutta Italia ci saranno iniziative e manifestazioni.
A Milano, Torino, Bologna, Bari, Napoli, Pisa, Roma, Firenze e in tante altre città, studenti, lavoratori precari, dipendenti pubblici e privati, migranti e cooperative sociali, daranno continuità alla mobilitazione contro il Governo Renzi e l’Europa della Troika, mettendo in piedi decine e decine di iniziative.
A Roma l’appuntamento della Coalizione Internazionale dei Sans Papiers Migranti Rifugiati e Richiedenti Asilo, con delegazioni da tutta Europa che manifesteranno in Piazza di Monte Citorio dalle ore 14.00 sotto lo striscione "Libertà di lavoro e residenza in Europa”.
L’USB ha ritenuto giusto e importante stare all’interno di questa giornata di mobilitazione: il JOBS ACT, il blocco dei contratti pubblici, la legge di stabilità 2015, il prospettato aumento dell’IVA, gli aumenti delle tariffe e delle tasse sulla casa, non fanno che aumentare l’impoverimento dei ceti popolari. A questo si aggiunge il pesante taglio alla spesa pubblica, con una drastica riduzione dei servizi alla cittadinanza, che si pone in antitesi rispetto alla necessità di ricostruire i servizi sociali legati all’istruzione, alla sanità, alla previdenza e al trasporto pubblico. L’obiettivo è chiaro: finanziare il minimo necessario per tenere in vita il “welfare dei poveri” e lasciare che sia il mercato a stabilire i costi per la cittadinanza.
Nella legge di stabilità 2015 non c’è traccia della crisi industriale che sta colpendo il Paese, con la chiusura di grandi e piccole aziende. In assenza di un impegno diretto da parte dello Stato, speculatori italiani e stranieri ne approfittano acquistando a prezzi stracciati aziende e quote di mercato, senza farsi scrupolo di licenziare i lavoratori. Grandi e storici poli industriali, come l’AST di Terni, l’Ilva di Taranto o le acciaierie di Piombino, sono l’esempio di questo processo dato come irreversibile. Al contrario, come USB siamo convinti dell’urgenza di nazionalizzare le imprese in difficoltà e rilanciare la presenza pubblica a salvaguardia dell’occupazione e dell’ambiente.
L’USB sarà dunque domani in piazza con la convinzione che da questa crisi bisogna uscire con un’idea di società più giusta e solidale, per non rimanere nelle mani di gente della risma di Renzi e Junker.
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