Sembra proprio di si, il continuo servilismo delle OO.SS. firmatarie del CCNL, le stesse che corrono a firmare accordi peggiorativi di secondo livello, aumenti continui dei carichi di lavoro e sempre maggiori penalizzazioni economiche, ora si ritrovano una serie di autorevoli sentenze che delegittimano il proprio operato.
La sentenza 13425/19 della Cassazione promuove un sacrosanto principio, applicabile ad ogni lavoratore italiano al quale viene riconosciuto il diritto di percepire, durante il periodo feriale, la stessa retribuzione che percepisce “normalmente” durante lo svolgimento della propria attività lavorativa; sia dalla Corte di Giustizia Europea che dalla Cassazione è stato sancito che, essendo le ferie un diritto tutelato dalla carta dei diritti dell'uomo, dalla carta fondativa dell’unione europea ed in Italia dalla costituzione, il lavoratore in ferie deve percepire lo stesso stipendio di come quando lavora, per evitare che un regime di vita inferiore, quale quello che si verificherebbe con meno stipendio, faccia optare il lavoratore a rinunciare ad un suo fondamentale diritto.
Un principio, questo, negato dai vari contratti nazionali ed aziendali firmati dai sindacati “concertativi” CGIL-CISL-UIL- e loro seguito, UGL e CISAL, che hanno trasformato la busta paga in una miriade di indennità da percepire solo ed esclusivamente se presenti in modo effettivo al lavoro; contratti nazionali e aziendali oggi da considerare illegittimi.
Questa sentenza, ad oggi, riguarda la penalizzazione economica subita dal lavoratore legittimamente in ferie ma, lo stesso principio, riteniamo sia applicabile in tutte quelle assenze di un lavoratore riconducibili al fruire di un proprio diritto...- congedo parentale, allattamento,104, malattia ecc...- tutte assenze che oggi sono motivo di penalizzazioni economiche facendo “pagare”, ai lavoratori una sorta di “tangente” con il benestare dei soliti “noti” che assecondano il concetto di “produttività” e di “costi del lavoro” delle aziende e padroni tutti.
Per questo è estremamente necessario Attivare i ricorsi gerarchici nelle aziende del Trasporto Pubblico Locale; al di là dl fare i conti del denaro sottratto dalle buste paga a favore delle aziende è doveroso sancire che i diritti dei lavoratori non sono in vendita. E' indispensabile rafforzare e rivendicare un principio che hanno tentato con il tempo, sempre con più arroganza, a renderlo vulnerabile, fragile o, addirittura, inammissibile.
Non lasciamoci soggiogare dalle OO.SS. complici di tutto ciò; tra la loro vergogna e la loro implosione ora, timidamente, si impegnano a risolvere tutto al prossimo rinnovo contrattuale...impegni che ben conosciamo e ben sappiamo a quale traguardo arrivano; attiviamoci in ogni azienda per la verifica delle eventuali penalizzazioni e compiliamo in modo corretto i ricorsi gerarchici individuali.
Invitiamo i lavoratori tutti a contattattare i nostri delegati aziendali e/o le strutture provinciali USB Lavoro Privato per attivare il ricorso gerarchico.