“72 milioni da investire tra il 2022 e il 2023 e 1591 posti di lavoro grazie al rigassificatore”, così SNAM e Regione Toscana esordivano sugli organi di stampa per convincere la popolazione di Piombino ad accettare l’installazione di un enorme nave rigassificatrice all’interno del piccolo porto Toscano. E ancora:” ci saranno sconti sulla bolletta, pagherete la metà”.
Quando le promesse non bastavano e la protesta cresceva si è deciso di passare ai caroselli della polizia in antisommossa h24 nelle strade di Piombino. Imporre questa decisione “manu militari” è stata l’unica soluzione possibile.
Eppure, era chiaro a tutti che non sarebbe arrivata nessuna compensazione, nessuno sconto in bolletta e nessun posto di lavoro per Piombino. Era chiaro a tutti che si trattava di un’imposizione dall’alto.
Ma all’epoca non era chiaro a tutti che l’operazione Piombino e in generale il Piano Mattei del Governo Meloni era in realtà una grande operazione speculativa. Acquistare e rivendere il gas facendo profitto sulle nostre spalle. Ora possiamo ribadire, senza correre il rischio di essere smentiti, quello che, insieme ai comitati abbiamo detto fin dall’inizio. Non c’era e non c’è nessun’emergenza in Italia. Non c’è il rischio di restare al freddo e al buio per colpa dell’egoismo dei Piombinesi. O dei Ravvenati piuttosto che i Savonesi.
In questa operazione speculativa sono i territori a pagare, in termini di rischi per la salute e per la sicurezza. In termini occupazionali e ambientali. Ma ancora peggio in termini di mancati investimenti nelle energie rinnovabili.
Decidendo di opporci all’installazione del rigassificatore a Piombino abbiamo messo in conto di intraprendere e sostenere un ventaglio di iniziative di lotta. Dagli scioperi alle manifestazioni passando dalla scelta di sostenere l’amministrazione Comunale nel ricorso al Tar del Lazio e depositare una denuncia penale contro Snam. Lo strumento legale è, e rimane, uno degli strumenti. La sconfitta in primo grado non ci spaventa e non ci meraviglia e stiamo valutando ulteriori azioni legali per proseguire in questa battaglia.
Quello che invece ci preoccupa e forse dovrebbe preoccupare tutti, è l’atteggiamento che si è voluto tenere in questa partita. Una sentenza chiaramente punitiva, un segnale chiaro che arriva dai Giudici amministrativi, nessuno si permetta più di fare ricorsi e di opporsi ad un’opera del genere. La condanna alle spese legali nei confronti del Comune per 90 mila euro e addirittura dei confronti dei ricorrenti “ad adiuvandum” come USB, WWF e Greenpeace e le motivazioni addotte a tal proposito dagli stessi Giudici, sono da considerarsi un’intimidazione inaccettabile.
Così come la condotta aggressiva che abbiamo riscontrato in tutti questi mesi da parte della Regione Toscana, Governo e multinazionale nei confronti dei cittadini e di quel poco di strumenti e tutele rimaste, a partire dall’ Iter di approvazione “semplificato” con esenzione della valutazione di impatto ambientale (VIA).
L’Unione Sindacale di Base rivendica a testa alta questo percorso a fianco dei Comitati e dei lavoratori. Oggi più che mai le nostre ragioni sono valide. Ci batteremo affinché la nave lasci Piombino il prima possibile. E non per essere mandata a Vado Ligure o da un’altra parte. L’Italia non ha bisogno di rigassificatori ma di investimenti reali nelle energie rinnovabili. Piombino ha bisogno che le istituzioni mantengano le promesse su occupazione, ambiente e salute.
USB Livorno