Una mattinata ad alta tensione in Via Vittime d'Istria a Brescia: gli attivisti del Comitato Antisfratti di Brescia in campo per rimandare l'allontanamento dal civico 16 di Gerlando e la sua famiglia.
Attimi di alta tensione in Via Vittime d'Istria a Brescia, dove il neonato Comitato Antisfratti Diritto alla Casa (in azione dallo scorso gennaio) ha schierato diversi attivisti sulla porta di una famiglia italiana composta da tre persone, e per cui l'Aler aveva predisposto lo sfratto esecutivo. Sul posto anche Carabinieri, Polizia Locale e un istituto di vigilanza privata, oltre ai 'tecnici' che avrebbero dovuto eseguire lo sfratto, un fabbro per cambiare le serrature, un operaio dell'A2A per staccare acqua e luce.
In quella casa vivono Gerlando e la sua famiglia, la moglie e la giovane figlia. Muratore siciliano ormai a Brescia da 30 anni, da tempo non riesce più a pagare l'affitto, rimasto senza lavoro. Agli attivisti racconta che in casa si mangia una volta al giorno, “non perchè facciamo la dieta, ma perchè non abbiamo alternativa”. Qualche soldo – e un po' di viveri – arrivano dai genitori, e dalla parrocchia del quartiere.
Lo sfratto è stato rinviato, la nuova data è già fissata per il 19 ottobre. La situazione sembrava si dovesse scaldare rapidamente, per fortuna tutto rimandato, al civico 16 per qualche mese la vita continua così com'è. Situazione tesa in tutto il quartiere. Nelle case Aler di Via Vittime d'Istria era già stato rimandato un altro sfratto, e solo pochi giorni fa. La signora Anna, operaia per una vita intera, ora in difficoltà a pagare l'affitto e le spese. Se ne riparlerà il 28 settembre.