L’inesperienza fa commettere errori, ma nel caso dei Servizi Educativi Comunali, non si può più concedere il beneficio del dubbio e attribuire la responsabilità di certe situazioni all’inesperienza: a tutto c’è un limite e fin troppi limiti sono stati superati.
A cominciare dal limite stabilito dalla legge sul rapporto adulto/bambini, che negli ultimi tempi è stato superato anche del 50% e proprio nelle ore di più intensa attività, cioè quelle precedenti il pranzo, nelle quali si dovrebbero realizzare i progetti didattici più significativi.
Già sapevamo che questo sarebbe potuto accadere. Infatti USB ha immediatamente stigmatizzato come penalizzante, la determinazione con la quale il Dirigente indicava le modalità di sostituzione del personale assente. Una modalità che sembra più tendere a vanificare tale possibilità che non ad agevolarla, come invece si dovrebbe. La determina, infatti, traccia condizioni assurde e indica una procedura volutamente lunga e farraginosa, che rende inutile la presenza della supplente perché arriverebbe quando ormai i bambini hanno già pranzato o addirittura stanno dormendo.
A complicare il tutto, si aggiunge anche l’esiguo numero di supplenti presenti nella graduatoria, frutto di una scelta miope propria di un approccio poco consapevole del delicato lavoro che si svolge nei Servizi Educativi Comunali. USB aveva indicato una strada facilmente percorribile che avrebbe risolto velocemente il problema: ricorrere alle MAD.
Ancora questa soluzione non viene presa nella giusta considerazione. Volontà o incapacità? Probabilmente un po di entrambe, e ciò lo dimostra anche il tentativo di trasferire illegittimamente alle insegnanti ed educatrici, il compito dell'apertura e chiusura del servizio che per precisi motivi di tutela dei bambini è demandato, dalla normativa vigente, esclusivamente al personale ausiliario, sul quale però si stanno concretizzando tagli insostenibili.
Se quanto sopra, non bastasse per evidenziare in quale caos organizzativo si sta portando il personale dei SEC, c'è una nuova disposizione ”verbale” che con la scusa di uniformare le regole sull'orario di lavoro tra uffici e servizi (i motivi di questa necessità restano sconosciuti), cancella il tempo aggiuntivo speso dalle educatrici ed insegnati, utile ad esempio per i colloqui richiesti dai genitori dei bambini, che solitamente si svolgono informalmente a fine giornata, e che spesso portano anche a fermarsi oltre l'orario di lavoro. Quel tempo aggiuntivo, verrà considerato in eccedenza e quindi azzerato.
E pensare che all’indomani delle stabilizzazioni, la riprogettazione dei servizi nella loro impostazione generale appariva persino scontata. Evidentemente ci eravamo sbagliati. Evidentemente il famoso rilancio dei Servizi Educativi si è fermato alle dichiarazioni verbali, visto che concretamente si continua a depotenziarli. Evidentemente le proposte emerse da quei tavoli partecipativi per i quali l’Amministrazione si è impegnata economicamente e nei confronti della città, rompevano un disegno diverso da quello presentato con i proclami.
Su tutto questo l'USB, per più volte, ha chiesto un confronto che ancora ci viene negato. Evidentemente questa Amministrazione non ha le giuste competenze, ne le giuste argomentazione per affrontarlo a viso aperto.
Intanto per le lavoratrici dei SEC, per le bambine, per i bambini e per le loro famiglie, c’è il concreto timore che non sia finita qui!
Terni 08/02/2020 La Federazione USB – Comune di Terni
USB P.I. – Comune di Terni