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#SgomberiamoRenzi Comunicato da Porta Pia #12a e diretta dalla piazza

Roma,

http://www.abitarenellacrisi.org/wordpress/?p=3237

 

 

#12A Parte la campagna elettorale: altro che soluzioni, manganelli contro chi chiede casa reddito e diritti per tutti

 30 mila in piazza “Sgomberiamo Renzi! I diritti si conquistano a spinta!”

Un corteo di oltre 30mila persone oggi si è mosso da Porta Pia per portare l’assedio ai ministeri e contestare i provvedimenti che il governo Renzi ha già preso sul tema della casa e del lavoro.

Una manifestazione meticcia, determinata a portare la rabbia davanti ai luoghi simbolo delle politiche di austerity per contestare con forza il decreto Lupi e il Jobs Act, attaccata pesantemente su via Veneto e piazza Barberini con manganelli e gas lacrimogeni.

Un’aperura di campagna elettorale che ha confermato la linea “soluzioni zero” del governo Renzi, caricando la manifestazione arrivata sotto il Ministero del lavoro, esplicitando di nuovo l’intenzione di non dare alcun ascolto né tantomeno risposta alle migliaia di famiglie che soffrono la crisi: jobs act e piano casa sono due decreti fatti per formare una schiera di nuovi invisibili senza diritti, condannati ad essere precari a vita e senza un tetto sopra la testa. Due decreti che già rendevano chiaro l’obiettivo di colpire chi lotta, attraverso l’art.5 del piano casa, rendendo sanzionabile chi sciopera, non risparmiando manganellate a chi porta sul piano pubblico l’infamia di un governo che non ha nulla di nuovo e continua a garantire privilegi e interessi degli amici degli amici, condannando alla povertà una popolazione intera.

Un abbraccio va da Porta Pia ai feriti, di cui attualmente due in ospedale piantonati, e ai compagni fermati, di cui ancora non sappiamo se verranno rilasciati o tradotti in carcere. Li vogliamo tutti liberi e subito. La manifestazione di oggi è stata la prima contro il governo Renzi, e non sarà certo l’ultima: saremo in piazza nei territori il 1 maggio in connessione con tante città europee per rivendicare reddito e diritti contro le politiche di austerity, e l’11 luglio ci troverete sicuramente ad assediare il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile a torino. Perchè se c’è una cosa di cui siamo sicuri è che di fronte a un potere che fa solo i suoi interessi, i diritti si conquistano a spinta.

Domani alle ore 10 in Porta Pia assemblea verso le prossime mobilitazioni.

Partecipa organizzati lotta!

Diretta dal corteo info da fonti verificate

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Diretta dal corteo info da #12Aprile

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Dolce Vita violenta, la polizia carica il corteo dei movimenti

— Roberto Ciccarelli, ROMA, 12.4.2014

ilmanifesto.it/dolce-vita-violenta-la-polizia-carica-il-corteo-dei-movimenti-contro-il-governo-renzi/

Via Veneto. In ventimila alla manifestazione contro piano Casa, Jobs Act e governo Renzi. Centinaia di famiglie occupanti e migliaia di migranti in marcia. Mano pesante delle forze dell’ordine dopo un lancio di petardi. Ferito gravemente ad una mano dall'esplosione di un petardo un 47enne di origini peruviane. Dura la posizione del sindaco Marino che parla di «violenza che colpisce l’intera città» e ringrazia gli agenti: «Ma bisogna affrontare l’emergenza casa». L’11 luglio i movimenti a Torino contro il vertice Ue sulla disoccupazione

Scarpe, molte scarpe, al ter­mine delle cari­che tra piazza Bar­be­rini e l’imbocco di via del Tri­tone. Mar­cia­piedi dis­se­mi­nati dei kway azzurri del «Blu block» che ha fatto il suo esor­dio a Roma. E poi cen­ti­naia di bot­ti­glie, qui e lì le ban­diere rosse con il ful­mine cer­chiato sim­bolo del movi­mento della casa nella Capi­tale. Si pre­sen­tava così l’asfalto, a pochi minuti dalle cari­che di poli­zia e cara­bi­nieri che hanno spaz­zato via il cor­teo nazio­nale con­tro il «Jobs Act» e il piano casa del governo Renzi.

Quelle che il capo della poli­zia Ales­san­dro Pansa ha defi­nito come «due cari­che di alleg­ge­ri­mento» sono state in realtà dure e ful­mi­nee. Sono ini­ziate da via Bar­be­rini e hanno respinto il cor­teo di 20 mila per­sone par­tito dopo le quat­tro di ieri pome­rig­gio da Porta Pia, sede del mini­stero delle Infra­strut­ture, tito­lare del «piano casa». La seconda carica è stata quella di una tren­tina di agenti della poli­zia pro­ve­niente da Via Veneto, sede del mini­stero del Wel­fare che insieme al lavoro cura il decreto legge che pre­ca­rizza ulte­rior­mente i con­tratti a ter­mine e la legge delega che rifor­merà gli ammor­tiz­za­tori sociali esten­dendo l’Aspi ai cocopro.

La carica ha respinto poco più di un cen­ti­naio di mani­fe­stanti, un blocco vestito in nero e altri due spez­zoni indos­sa­vano il Kway azzurro. L’attesa dello scon­tro è durata più di mezz’ora. La testa del cor­teo com­po­sta da cen­ti­naia di fami­glie, in mag­gio­ranza migranti, è arri­vata dopo le cin­que in una Via Veneto sbar­rata da camio­nette della poli­zia e dei cara­bi­nieri. Dopo un primo lan­cio di ortaggi e uova, la testa è rifluita verso la piazza, men­tre gli altri mani­fe­stanti hanno ini­ziato a lan­ciare petardi pro­vo­cando la rea­zione della polizia.

Una volta ritor­nati in piazza, le forze di poli­zia hanno tra­volto le migliaia di mani­fe­stanti inermi e l’impatto è stato vio­lento, come testi­mo­niano i video pre­senti già ieri sera in rete. È durato poco più di 20 minuti e ha fatto molti feriti tra i mani­fe­stanti. Sette di loro sono stati soc­corsi dall’Ares 118 e tra­spor­tati in vari ospe­dali: il San Gio­vanni, l’Umberto I, il Santo Spi­rito e il Fate­be­ne­fra­telli. Un agente si è fatto medi­care per l’esplosione di una bomba carta. Sei mani­fe­stanti sono stati fer­mati tra via Veneto e piazza Bar­be­rini. In mat­ti­nata, prima del cor­teo, una tren­tina sono stati identificati.

L’episodio più dram­ma­tico è stato quello di un uomo di 47 anni ori­gi­na­rio del Perù che ha perso le dita di una mano a causa dell’esplosione di un petardo. Alcune testi­mo­nianze rife­ri­scono che lo abbia scam­biato per uno dei lacri­mo­geni esplosi durante le cari­che. L’ha ripreso da terra con l’intenzione di allon­ta­narlo, ma gli è esploso in mano. Per lun­ghi, tre­mendi minuti, i mani­fe­stanti e il per­so­nale sani­ta­rio inter­ve­nuto sul posto si sono messi alla ricerca delle dita sal­tate che non sono state tro­vate. È stato tra­spor­tato al Poli­cli­nico Umberto I, for­se­per­derà la mano. Un’immagine scon­vol­gente, tra impre­ca­zioni e dolore, molto lon­tana da quella vetrina inter­na­zio­nale che è diven­tata Via Veneto, sospesa tra menu turi­stici e una lon­tana mitologia.

Il cor­teo si è poi ricom­pat­tato rifluendo verso il tun­nel sotto il Qui­ri­nale, ritor­nando a Porta Pia dove altri mani­fe­stanti si sono fatti medi­care. Sta­notte gli atti­vi­sti hanno per­not­tato nella piazza e sta­mat­tina alle 11 ci sarà un’assemblea. Ano­ny­mous ha riven­di­cato nel frat­tempo l’«oscuramento» del sito del pre­si­dente del Con­si­glio Renzi.

Dura la presa di posi­zione del sin­daco di Roma Marino che ha par­lato di una «vio­lenza che col­pi­sce l’intera città. «Rin­gra­zio le forze dell’ordine per il lavoro svolto, sono vicino agli agenti feriti – ha detto — Mi auguro che si possa tor­nare ad affron­tare in sede di governo l’emergenza casa».

Paolo Di Vetta, dei Bloc­chi pre­cari metro­po­li­tani tra i pro­ta­go­ni­sti della lotta per la casa a Roma, ana­lizza in maniera pro­ble­ma­tica il pas­sag­gio della mani­fe­sta­zione di ieri. Rispetto ai cor­tei con i sin­da­cati di base del 18 e del 19 otto­bre, ieri la par­te­ci­pa­zione è calata, da 70 mila a 20 mila. A suo avviso, il per­corso è «stato costruito in solitudine».

«Non c’è stata la stessa spinta – afferma – il per­corso che allora si era risolto in una mobi­li­ta­zione di due giorni, ieri non ha fun­zio­nato su una gior­nata. C’è da capire se il mec­ca­ni­smo dell’assedio con­vince ancora». In vista del ver­tice euro­peo sulla disoc­cu­pa­zione, pre­vi­sto l’11 luglio a Torino, i movi­menti hanno pre­pa­rato un’agenda fitta di mobilitazioni.

«Biso­gna fare una rifles­sione su come andare avanti e tro­vare un lin­guag­gio comune – con­ti­nua Di Vetta – l’opposizione alle poli­ti­che sociali e del lavoro del governo Renzi coin­volge molti sog­getti, biso­gna ora capire come incon­trare il disa­gio dif­fuso che que­ste poli­ti­che stanno evi­den­te­mente creando».

Di Vetta cri­tica la repres­sione subita nelle ultime set­ti­mane dal movi­mento romano della casa. Agli arre­sti domi­ci­liari, poi rien­trati, per la mani­fe­sta­zione romana del 31 otto­bre 2013 che hanno inte­res­sato espo­nenti dei Bpm e del coor­di­na­mento cit­ta­dino di lotta per la casa, è seguita l’accusa di “asso­cia­zione a delin­quere” ed estor­sione al comi­tato popo­lare di lotta per la casa e all’Angelo Mai. “I nostri per­corsi sono diversi — afferma — ma è in atto un ten­ta­tivo di leg­gere gli stru­menti di orga­niz­za­zione dei movi­menti per la casa come stru­menti di sopruso. E’ un’operazione peri­co­losa da respingere”.

Luca Fagiano, del Coor­di­na­mento cit­ta­dino di lotta per la casa, rico­no­sce il pro­blema anche se il bilan­cio è posi­tivo. «La mani­fe­sta­zione di ieri leg­gia­mola come l’inizio della con­te­sta­zione al governo Renzi che deve cre­scere. Que­sto è un momento carico di illu­sioni pro­dotto dal mirag­gio di posti di lavoro – afferma – Que­sto velo fa squar­ciato. Ora la sfida è farlo capire a tante altre per­sone e allar­gare la mobi­li­ta­zione». «Pra­ti­care l’assedio ha voluto dire farlo — sostiene Gian Marco De Pieri, atti­vi­sta dei Cen­tri Sociali Nordest-Emilia Romagna-Marche — Come tutti i con­flitti sociali fanno male e fanno vedere un altro paese». Al cen­tro resta l’idea di riforma del wel­fare basata su una «redi­stri­bu­zione della ric­chezza con un red­dito di cit­ta­di­nanza svin­co­lato dal lavoro».



Corteo dei movimenti, scontri al ministero del Lavoro. Un ferito grave per lo scoppio di un petardo, sei fermati

roma.repubblica.it/cronaca/2014/04/12/news/corteo_capitale_blindata_alle_14_la_partenza_da_porta_pia-83404741/

Esplode la tensione per la mobilitazione nazionale per il diritto all'abitare, contro il governo Renzi, il jobs act e il piano casa del ministro Lupi. 5 arresti, denunciati 30 manifestanti con picconi e bastoni in piazzale del Verano. Una trentina i feriti, 15 medicati dal 118. Marino: "Violenza colpisce intera città"

Lanci di oggetti, tensione, poi gli scontri, le cariche della polizia e i lacrimogeni. I movimenti sociali contro la precarietà e l'austerity sono tornati in piazza in una mobilitazione nazionale per il diritto all'abitare, contro il governo Renzi, il jobs act e il piano casa del ministro Lupi. E in via Veneto, davanti al ministero del Lavoro, dopo un lungo stallo, le forze dell'ordine hanno reagito al lancio di petardi e "bomboni" da parte di una delle teste del corteo composto soprattutto da manifestanti con i caschi calzati e il volto coperto, caricando il gruppo fino a piazza Barberini.

Contusi decine di attivisti, di cui uno, peruviano di 47 anni, in maniera grave: ha perso alcune dita della mano, probabilmente per l'esplosione di un petardo, ed è stato soccorso dagli altri manifestanti prima dell'arrivo dell'ambulanza che lo ha trasportato in codice rosso all'Umberto I dove ha subito un intervento chirurgico di circa un'ora. "Ha riportato un grave trauma alla mano destra" ha spiegato Claudio Modini, direttore Area medica del Dea. "Al momento non è possibile dire se rischia la mano", precisa Modini.

Colpiti anche alcuni agenti delle forze dell'ordine e un funzionario. Secondo il 118 i feriti soccorsi sono 15 in tutto - 7 tra i manifestanti e 8 tra i poliziotti - trasportati in vari ospedali, tra San Giovanni, Umberto I, Santo Spirito, Isola Tiberina, in codici verdi e gialli, per conclusioni, escoriazioni e lievi ferite.

Gli scontri sono poi proseguiti fino a piazza Barberini e l'inizio di via del Tritone tra fughe, scoppi di petardi e fumo dei lacrimogeni. Alcuni manifestanti sono stati bloccati a terra dagli agenti e poi in cinque sono stati arrestati e due denunciati.

Il corteo si è poi ricompattato sotto al traforo che collega via del Tritone, blindata con reti mobili e mezzi con gli idranti, con via Nazionale, per risalire verso piazza della Repubblica.

La manifestazione era partita da Porta Pia - punto di inizio e d'arrivo dove i manifestanti si sono riaccampati in vista dell'assemblea nazionale di domani - con in testa lo striscione "Ribaltiamo il governo Renzi. Cancelliamo il decreto Lupi", seguito da un camion per musica e interventi su cui campeggiava la scritta: "Casa, reddito e dignità".

Poi, nei pressi del ministero del Lavoro un gruppetto di circa 70 manifestanti ha calzato i caschi coprendosi il volto con fazzoletti o maschere di Guy Fawkes, risalendo via Veneto verso le camionette di carabinieri e polizia che chiudevano la strada in direzione di Porta Pinciana. Sono stati esplosi petardi e lanciati uova, ortaggi e un paio di bottiglie contro le forze dell'ordine schierate in assetto antisommossa. Il "servizio d'ordine" della manifestazione li ha però invitati a restare calmi. Altri manifestanti hanno invece indossato impermeabili azzurri: "Siamo i blu-bloc". Ed è esplosa la tensione
.

Per il sindaco Marino "il diritto a manifestare, soprattutto per un tema tanto importante e drammaticamente attuale come quello dell'emergenza abitativa, non può trasformarsi negli atti di violenza a cui abbiamo assistito oggi nel centro di Roma. Una violenza che non è solamente fisica, ma colpisce con forza l'intera città, che svolge il suo ruolo di Capitale ospitando cortei e manifestazioni e ne riceve in cambio scontri e disordini".

Lancio di uova all'Economia. Ma la prima azione era stata al dicastero dell'Economia in via XX Settembre dove gli attivisti avevano lanciato arance, uova e ortaggi sulla facciata del palazzo tra strade blindate e chiuse.

Per il sindaco Marino "il diritto a manifestare, soprattutto per un tema tanto importante e drammaticamente attuale come quello dell'emergenza abitativa, non può trasformarsi negli atti di violenza a cui abbiamo assistito oggi nel centro di Roma. Una violenza che non è solamente fisica, ma colpisce con forza l'intera città, che svolge il suo ruolo di Capitale ospitando cortei e manifestazioni e ne riceve in cambio scontri e disordini".

Lancio di uova all'Economia. Ma la prima azione era stata al dicastero dell'Economia in via XX Settembre dove gli attivisti avevano lanciato arance, uova e ortaggi sulla facciata del palazzo tra strade blindate e chiuse.

Attivisti fermati. Oltre ai sei fermati durante le cariche, alcuni pullman in arrivo a Roma, secondo il racconto dei manifestanti, sono stati fermati ai caselli autostradali per controlli. Identificati, e rilasciati, in piazzale del Verano anche trenta attivisti (che dovrebbero appartenere ai centri sociali dell'Emilia Romagna) trovati in possesso di bastoni e picconi: saranno denunciati.

Le testimonianze. "Noi avevamo chiuso ma davanti al nostro bar abbiamo visto la parte pacifica del corteo composta da donne con passeggini e bambini travolta dalla folla che veniva caricata" hanno raccontato all'Adnkronos i camerieri del 'Pepy's', bar di piazza Barberini. Proprio davanti al locale all'angolo con via del Tritone dove si sono dispersi i manifestanti è rimasto un 'cimitero' di scarpe, occhiali e giacche. "C'era chi piangeva -racconta Ivan- persone terrorizzate che cercavano rifugio. E' stato il panico".  "Al momento della carica -racconta ancora Maria Rosaria della farmacia internazionale di piazza Barberini- abbiamo fatto entrare una coppia di mezza età terrorizzata, lei stava per svenire. Proprio qui davanti -continua la farmacista- un'altra signora è stata travolta e si è ferita al ginocchio. Siamo stati noi a chiamare l'ambulanza per farla soccorrere". "In 45 anni non ho mai visto nulla del genere" spiega invece Gabriella, titolare del ristorante 'La Fontanella' di via Sistina. Proprio di fronte al suo locale è stato soccorso il manifestante che in seguito all'esplosione di un petardo è rimasto gravemente ferito ad una mano. "In tutti questi anni -ha aggiunto- ho visto tante manifestazioni ma sempre pacifiche, balli, canti, mai nulla del genere. Oggi per la prima volta ho avuto tantissima paura e ho fatto appena in tempo a chiudere". 

Oscurato sito di Matteo Renzi. Intanto, in solidarietà alla manifestazione, come annunciato su Twitter, è stato temporaneamente oscurato il sito del presidente del Consiglio www.matteorenzi.it.

I trasporti. Dalle 14, erano state chiuse anche le stazioni della metro A di Barberini e Repubblica per ragioni di sicurezza, e ben 42 linee di autobus, cioè tutte quelle interessate dal percorso della manifestazione, deviate.

I commercianti. Delusi i commercianti. "Dalle segnalazioni che mi sono arrivate nel pomeriggio molti negozi del centro hanno preferito chiudere le attività per ragioni di sicurezza nelle zone interessate dalla manifestazione. Ovviamente per queste attività la giornata di lavoro è stata in parte persa con punte che hanno raggiunto il -70% del fatturato" ha detto il presidente di Federmoda Roma Massimiliano De Toma.