Abbiamo letto con forte sorpresa oggi le dichiarazioni dei segretari delle federazioni dei trasporti di Cisl e Uil Lombardia rilasciate al corriere.it, nelle quali si chiedono in modo decisamente arrogante come sia possibile che una sigla sindacale con pochi iscritti, in questo caso USB nella società ATM di Milano, possa dichiarare sciopero e lo stesso possa avere un riscontro tra le lavoratrici e i lavoratori.
Dobbiamo premettere che la USB partecipa alla rete “Non Una Di Meno” che, esattamente come un anno fa, ha indetto una giornata di mobilitazione, lotta e sciopero per l’8 marzo sui temi della violenza sulle donne, che non è solo fisica e sessuale ma anche economica: sotto forma di molestie sessuali e ricattabilità nei posti di lavoro, disparità salariale, mancata considerazione del lavoro di cura e discriminazione sul lavoro in tutti i settori, inclusi i trasporti.
Lo sciopero è stato indetto a livello internazionale da molte sigle sindacali in 70 paesi a livello mondiale a sostegno di questa rivendicazione, perché quel giorno non rappresentasse mazzi di mimose, ma il pane e le rose.
Pur a fronte di tali rivendicazioni, contenute nel piano femminista e nel documento di proclamazione dello sciopero generale (non solo dei Trasporti), si mistifica persino sui fondamentali: lo sciopero generale viene comunicato a tutte le aziende pubbliche e private di tutti i settori produttivi e ogni singola lavoratrice e lavoratore ha il diritto ad aderirvi anche se indetto da una sigla diversa a quella a cui è iscritta/o.
È davvero imbarazzante apprendere come questi dirigenti sindacali non solo non spendano un parola sui temi dello sciopero e sulla difesa delle donne, ma si siano persino dimenticati come si proclami o si aderisca ad uno sciopero generale.
Poi se nella giornata dell’8 marzo, in molte realtà hanno aderito molte più lavoratrici e lavoratori di quelli iscritti a USB, significa che questo sciopero era necessario e che c’è stata molta più sensibilità nel sentire comune di quanta ne abbiano dimostrato le segreterie di Cisl e Uil, tenutesi ben lontane dalle lotte di questa marea di donne in movimento (fosse mai disturbassero il manovratore una volta tanto).
Adattando una bellissima battuta di un operario FCA di Pomigliano sul tracollo della sinistra tradizionale, pronunciata in un recente programma televisivo, queste parole evidenziano come i sindacati confederali “siano sempre più lontani dai luoghi di lavoro e non sappiano neanche più dove sono i depositi degli autobus”.
Sulla guerra dei numeri lanciata sempre dai segretari dei trasporti della Lombardia, vorremo solo ricordare come USB abbia “talmente pochi” iscritti e sia “così residuale” nei trasporti italiani da essere protagonista in tutte le maggiori vertenze dei trasporti e della logistica nel Paese, tanto da mettere in difficoltà bus, metro, aerei, treni, navi e magazzini della logistica quando la situazione lo rende necessario.
Si vede che leggono i giornali con la stessa sensibilità che hanno dimostrato nel rendere invisibili le ragioni dello sciopero dell’8 marzo e il soggetto collettivo protagonista, Non Una Di Meno.
USB è orgogliosa di aver proclamato lo sciopero generale e di aver partecipato a questa giornata di mobilitazione e di lotta dentro il movimento “Non Una di Meno” e conferma che sarà sempre al fianco di tutte le lavoratrici e lavoratori, compresi quelli dei trasporti.