Nelle date del 6 ottobre e 27 ottobre si sono svolti anche in Direzione Regionale gli incontri aventi all’ordine del giorno la stipula dell’accordo decentrato sul lavoro agile in emergenza COVID 19. L’USB, che durante la trattativa ha partecipato attivamente e portato diverse proposte, ha deciso di non sottoscrivere l’accordo per le ragioni che seguono.
Ricordiamo innazitutto che la contrattazione locale prende le mosse dal protocollo nazionale del 17 settembre che USB ha deciso di non firmare, tra le varie ragioni, in quanto esso viola il principio attraverso cui a parità di lavoro deve corrispondere parità di trattamento economico e normativo tra lavoro agile e lavoro in presenza. Secondo noi il Protocollo nazionale del 17 settembre comprime istituti previsti dalla contrattazione collettiva ( permessi, banca ore, diritto allo studio), leggi dello Stato ( visite prenatali, 104, congedi parentali), conferisce enorme discrezionalità al Direttore e ai responsabili, perimetra in maniera asimmetrica l’orario di lavoro (quello del lavoratore ma nulla dice sui termini temporali di programmazione delle presenze ad esempio), porta a forme di controllo pervasive, legittima monitoraggi a scatola chiusa e disciplina in maniera ambigua il diritto alla disconnessione. Per non parlare della miriade di aspetti che non contempla proprio ( pause, sicurezza domestica, calcolo carichi lavoro etc ). Insomma oltre il buono pasto e la mancata corresponsione delle spese anticipate c’è di più.
Pur non avendo sottoscritto l'accordo ed il disciplinare nazionale, USB ha deciso di partecipare attivamente alla trattativa per cercare di ottenere il miglioramento dei contenuti dell'accordo nazionale e di precisare e/o innestare in sede locale punti qualificanti a tutela del personale.
Sebbene l’accordo della Direzione Regionale contenga dei punti estremamente qualificanti per USB, quali sicuramente la tutela rafforzata per i genitori figli di minori di 14 anni, alla luce di alcuni passaggi per noi ritenuti dirimenti USB ha deciso di non firmare.
Vi è in primis un tema legato al preoccupante evolversi della situazione epidemiologica e a quella che noi definiamo la soglia del rischio consentito. Sebbene discussa e portata come precedente “illustre” dell’accordo sindacale degli Uffici Centrali dello scorso 15 ottobre, non è stata accolta la richiesta di inserire la clausola secondo la quale “il numero dei rientri in Ufficio del personale che abbia scelto di prestare la propria attività in modalità agile deve essere prioritariamente programmato previa verifica della necessità degli stessi e del rispetto delle misure di sicurezza”. Previsione di garanzia che in questo particolare momento di recrudescenza dei contagi, come dimostra anche il susseguirsi continuo di Decreti e l’innalzamento dell’indice RT ( indice di contagio che si calcola su base regionale), risulta determinante per USB.
Per quanto riguarda la flessibilità, invece, si ritiene sia avvenuto uno snaturamento dell’istituto, in quanto il Protocollo Nazionale fa riferimento ad articolazione giornaliera e settimanale e non a istanze individuali e sottoposte ad autorizzazione come invece previste dall’accordo locale. La flessibilità è una delle principali misure anti-assembramento previste sia dal protocollo OO.SS. Governo del 24 luglio che dalla stessa Informativa Direzione Centrale 5 agosto e quindi la ratio è la salute pubblica, per definizione un diritto collettivo e non un diritto da azionare e concedere a livello individuale.
In relazione al diritto alla disconnessione, le fasce di contattabilità non sono individuate nel loro limite massimo ( e proprio su questo doveva decidere la contrattazione) in quanto la previsione oraria riguarda solo la incontattabilità assoluta che ammonta ad appena tre ore al giorno e pertanto si ritiene che non sia adeguatamente garantito il diritto alla disconnessione.
Dal punto di vista della dialettica e della metodologia è avvenuta, inoltre, la polarizzazione solo su alcuni aspetti ed è mancata una discussione a 360 gradi su punti connessi alla materia in oggetto ( es. monitoraggio, pause, carichi lavoro, sicurezza domestica) e su cui USB aveva avanzato proposte e ragionamenti.
Durante l’incontro abbiamo ribadito sia l’urgenza dell’approvvigionamento delle dotazioni strumentali, alla luce, oltre che di una imprescindibile e generale necessità di un corretto equipaggiamento degli strumenti di lavoro, anche di un imprevedibile prolungamento della fase pandemica e di un impegno istituzionale altissimo e contingente che l’Agenzia delle Entrate avrà a seguito del Decreto Ristoro; sia la richiesta di screening volontario tramite tamponi e l’allocazione in ogni edificio dei termoscanner.
Per quanto riguarda le udienze, per le quali USB aveva chiesto la sospensione sin dallo scorso 27 ottobre e di attivarsi per la remotizzazione sin da settembre, si registra la sensibilità mostrata da parte pubblica nella sua interlocuzione con la Commissione Tributaria Regionale ma allo stesso tempo l’amarezza nel constatare che è dovuto intervenire il Governo (tramite il Decreto Ristoro) per sospenderne lo svolgimento in presenza.
Alleghiamo la nota di mancata sottoscrizione all’accordo per gli approfondimenti tecnici.
USB PI Agenzie Fiscali Sicilia