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Abruzzo

SOCCORSO: VVF CONTRO CNSAS

Pescara,

UNA BATTAGLIA INUTILE

 

Colleghi lavoratori,

C'è una frase che raccoglie più o meno tutto: "ognuno ottiene ciò che ha seminato" e questa frase, quando si parla di soccorrere vite, raccoglie le ragioni di questa nota perché non importa di chi sia la responsabilità o la colpa, non importa chi chiamare o come farlo... il problema non è nella professionalità né i mezzi messi a disposizione che fanno la differenza ma semplicemente le persone. E le persone possono sbagliare anche nel rappresentare un “disagio”.

Conosco molti del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ma come rappresentante USB VVF Pescara sono rimasto basito nel leggere l’articolo apparso sul portale chietitoday (https://www.chietitoday.it/cronaca/vigili-fuoco-contro-soccorso-alpino-sindacato-uil-pa.html) che riporta una nota del segretario della UIL PA. Capisco l’apparente “grido di denuncia” della UIL ma non lo giustifico né l’apprezzo. Questa guerra tra VVF e CNSAS oramai lunga decenni deve finire, ne va della funzione stessa dei VVF e della vita delle persone.

L’articolo, citando le parole del segretario riferisce: “I Vigili del Fuoco non pretendono né la scena né il merito, ma vanno coinvolti in ogni intervento. Nulla contro il Soccorso alpino ma il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, organo dello Stato e componente di un piano della Protezione Civile, non può e non deve essere chiamato solo quando il gioco si fa molto difficile.”

Ora, tralasciando la frase iniziale che parla di visibilità e tralasciamo anche la libertà di azione di ogni Ente e/o organizzazione quel che è importante sapere è che, e se ne faccia una ragione tanto il segretario della UIL PA che i suoi accoliti, il soccorso specie se in montagna, nelle forre o in grotta è una prerogativa non solo del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco ma anche del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Ed è inutile citare la legge sulla protezione civile o le molte sentenze che dovrebbero aver chiarito la questione: è così, punto!

Da neo-appartenente ai VVF il punto è che i Vigili Fuoco pare soffrano di un unico grande, grandissimo problema ossia quello che ogni Direzione Regionale o addirittura ogni Comando, dispone e fa come gli pare e spesso anche in barba a ciò che viene dettato dalla Direzione Nazionale del CNVVF. E di questa “malattia” soffre anche il personale sottoposto che trovandosi a lavorare a stretto contatto con altri enti e/o istituzioni si erge spesso a paladino del soccorso senza il benché minimo rispetto delle professionalità altrui. Un esempio lo si può notare proprio negli interventi di soccorso. Il buon vecchio Giomi nel 2016 firmò una nota sconosciuta ai più perché probabilmente mai divulgata, con la quale impegnava il CNVVF ad aprire al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Dichiarazione d'intenti) ben capendo l’importanza di una fattiva collaborazione attiva tra le due strutture.

Quel che lascia sconcertati non è solo il fatto che tale nota sia rimasta inascoltata o mai divulgata ma è che, e a volte mi fa ridere amaramente, alcuni vigili del fuoco non sanno neanche di che cosa si parli perché continuano a definire gli appartenenti del CNSAS semplicemente “quelli del CAI” e questo denota una certa arroganza istituzionale.

Non voglio fare similitudini tra CFS o con altre amministrazioni come la Guardia di Finanza piuttosto che la Polizia di Stato o l'Esercito Italiano con le quali il CNSAS ha in essere protocolli oramai concreti e funzionali, il punto è che per una valida azione di soccorso è essenziale non chi va ma che si vada... perché per salvare una vita prima si arriva, meglio è. Il Comando VVF di La Spezia pare che questo semplice concetto l’abbia capito dato che è recente il protocollo tra VVF e CNSAS.

 

per il Coordinamento Provinciale USB VVF

Antonio Di Lizia