Far ripartire la solidarietà internazionale di classe è uno dei compiti che l’USB si è dato da sempre. Per questo non appena costituita l’USB si è scelto di aderire convintamente alla Federazione Sindacale Mondiale che oggi rappresenta l’unica reale alternativa all’ITUC, la confederazione dei sindacati mondiali filo padronali a cui aderiscono anche cgilcisluil e che continuamente si schiera dalla parte sbagliata della storia.
Nell’ambito della nostra continua attività internazionale, in questi giorni abbiamo ospitato un compagno dirigente della Federazione Sindacale della Repubblica Popolare di Lugansk (Donbass), con cui abbiamo costruito dibattiti e incontri per raccontare cosa davvero accade in quel territorio così vicino a noi, dove c’è in corso una vera e propria guerra di aggressione ad un popolo che ha scelto di separarsi da Kiev, e dal suo governo fascista, con un referendum a cui ha partecipato l’87% dei cittadini.
Il compito che ci siamo dati, oltre al sostegno fattivo e materiale al sindacato di Lugansk, è quello di aprire dei canali di controinformazione sull’aggressione nazista e fascista che il Governo di Kiev sta continuando ad operare in barba agli accordi di Minsk, sottoscritti anche da Poroshenko. Ci sembra assolutamente importante provare a squarciare la pesante coltre di silenzio che sta consentendo all’Ucraina di violare sistematicamente gli accordi e di far fare ai battaglioni nazisti il lavoro sporco dell’aggressione militare.
Non è casuale la ripresa dei bombardamenti che è avvenuta subito dopo il vertice NATO di Varsavia di due settimane fa. Evidentemente il Governo fascista di Poroshenko ha ottenuto il via libera a riprendersi quel territorio così ricco di risorse e quindi così necessario per l’economia Ucraina.
Ma c’è un fatto nuovo che riteniamo importante e che dobbiamo assolutamente sfruttare per dare forza a chi combatte in Donbass e per svolgere in Italia un ruolo politico concreto.
Dal mese scorso, e per un anno, l’Italia avrà un seggio in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Riteniamo che sia nostro compito mettere in campo ogni iniziativa per costringere il nostro rappresentante all’ONU a svolgere un ruolo di garanzia per il rispetto degli accordi di Minsk.
Così come sarà importante cominciare ad esercitare una forte pressione sul Parlamento Europeo, coinvolgendo i parlamentari disponibili affinché la voce dei lavoratori e dei cittadini del Donbass arrivi anche a Bruxelles, così come l’abbiamo portata dentro il Senato Italiano.
Intanto chiediamo a tutti di scaricare e organizzare la sottoscrizione della petizione all’ONU predisposta dal sindacato di Lugansk e che ha già raccolto oltre 156.000 firme di cittadini/e del Donbass.