Ci sono morti impossibili da dimenticare, nonostante tutto, nonostante tutti. Lo è quella di Soumaila Sacko, il bracciante e sindacalista USB ammazzato il 2 giugno dello scorso anno a San Calogero (VV), mentre raccoglieva vecchie lamiere nella ex fornace “La Tranquilla”, sequestrata da anni e considerata una delle discariche più pericolose d’Europa.
A distanza di un anno sono state perciò la commozione e la rabbia a caratterizzare l’iniziativa che l’Unione Sindacale di Base ha voluto per ricordare Soumaila. Commozione e rabbia ancora più forti oggi, quasi tre mesi dopo che le ruspe elettorali di Salvini hanno spianato a San Ferdinando (RC) la baraccopoli in cui Soumaila fu tra i primi ad avviare il processo di sindacalizzazione dei braccianti agricoli della Piana di Gioia Tauro.
Tre mesi dopo, nulla di quanto annunciato dalle autorità nazionali e locali è accaduto. L’area della baraccopoli è rimasta un cumulo di macerie perché i 350mila euro promessi da Salvini per il ripristino non sono mai arrivati.
I duemila braccianti che la abitavano non hanno trovato posto nella tendopoli ufficiale, già satura, e hanno dovuto arrangiarsi alla meno peggio, come sempre.
E il progetto di USB per l’inserimento abitativo diffuso, portate avanti nel nome di Soumaila Sacko, non hanno trovato finora risposte concrete.
Tre mesi di nulla istituzionale, ultimo trimestre di un anno in cui USB ha portato comunque avanti le battaglie per la giustizia e la verità, battaglie fatte sulla base di proposte inascoltate per via del pessimo clima politico instauratosi nel nostro paese.
Domenica la giornata del ricordo di Soumaila si è aperta nella sala consiliare del Comune di San Ferdinando per raccontare appunto le iniziative intraprese da USB per proseguire il lavoro di Soumaila. Sono state ricordate le diverse proposte presentate ai vari livelli istituzionali, a partire dall’istituzione di un tavolo interministeriale per affrontare le problematiche della filiera agricola: richiesta accolta inizialmente dal ministro Di Maio con l’avvio del Tavolo nel settembre scorso a Foggia, salvo poi spostare ingiustificatamente questo Tavolo alla Direzione generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro. Come se i braccianti italiani non vivessero ugualmente forme di sfruttamento, come la vicenda di Paola Clemente dovrebbe insegnare. È questa razzializzazione del mondo del lavoro, della società tutta, il vero nemico da sconfiggere per USB, questa insana logica che vorrebbe affrontare le problematiche dei braccianti solo come “migranti”, privandoli della loro dignità di lavoratori e relegandoli al ruolo di chi ha bisogno perenne di assistenza e di aiuto.
Altra battaglia portata avanti da USB è quella contro la ghettizzazione e l’accampamento per i lavoratori agricoli, ingiustificabile in un territorio che conta secondo l’Istat circa 35mila appartamenti vuoti, come ricordato dall’intervento del Comitato per il riutilizzo delle case vuote, a rappresentare il complesso di realtà associative con cui USB ha avviato collaborazioni negli anni nel territorio pianigiano.
A Soumaila Sacko abbiamo intitolato lo Sportello dei diritti, già attivo all’interno del Municipio di San Ferdinando tutti i martedì dalle 9 alle 13, che vorrebbe essere uno sportello per i diritti di tutti gli abitanti del territorio, indipendentemente dal colore della pelle o dal paese di provenienza. L’impegno degli attivisti dello Sportello, che vede l’importante collaborazione del c.s.c. Nuvola Rossa, ha consentito negli ultimi tempi lo sblocco delle iscrizioni anagrafiche per i titolari di protezione umanitaria residenti nella tendopoli, ferme dopo l’approvazione del Decreto Sicurezza.
Al termine della conferenza stampa ci si è spostati nella ex fornace per deporre un mazzo di fiori nel punto in cui Soumaila è stato ammazzato con un colpo di fucile alla testa. Lì si sono susseguiti una serie di interventi di ricordo da parte dei delegati USB e anche di Peppino Lavorato, ex sindaco di Rosarno che ha caratterizzato la sua esperienza amministrativa con la vicinanza ai braccianti stranieri, nonché figura storica delle lotte contro la mafia e per i diritti dei lavoratori nel territorio della Piana di Gioia Tauro.
Il prossimo appuntamento nel nome di Soumaila è per il 13 giugno a Catanzaro, quando si terrà la nuova udienza del processo che vede imputato Antonio Puntoriero e parte civile, oltre i familiari, l’USB.
Confederazione Unione Sindacale di Base
USB Federazione Calabria
Coordinamento lavoratori agricoli USB