Si stanno concludendo le assemblee sull'accordo integrativo d'Ateneo. Accordo che è una protesta e una risposta a livello locale allo scippo del salario integrativo del decreto Brunetta.
Portare a casa, prima dell'entrata in vigore del decreto, la stabilizzazione del salario di produttività sullo stipendio base attraverso le PEO, riportare fuori dal salario accessorio ufficiale, e dunque dalle grinfie del decreto Brunetta, i proventi delle attività in conto terzi (ex Fondo Comune d'ateneo) non sono però solo un atto di resistenza ma anche un tentativo di riguadagnare quella autonomia contrattuale che decreto Brunetta e DDL Gelmini stanno cancellando.
Che questo si realizzi nel nostro Ateneo, in quello del Presidente della CRUI, non solo testimonia della maturità sindacale dei lavoratori ma reclama ben altro atteggiamento da parte della CRUI e del suo Presidente verso la questione ormai scottante e ineludibile del futuro del personale tecnico-amministrativo degli atenei e sulla reale autonomia della contrattazione d'ateneo.
Che questo accordo si realizzi unitariamente nel ns. ateneo reclama anche l'attenzione dei vertici nazionali dei grandi sindacati confederali sia quelli che si sono fatti complici della “riforma” Brunetta e dei contratti sia a quelli che si sono opposti, tutti e due fino ad oggi indisponibili ad ascoltare persino i loro attivisti nei posti di lavoro e indisponibili a sostenere una mobilitazione generale dei lavoratori. Il sindacato di base lo sta facendo dal fatidico 17 ottobre 2008, gli altri lasciano soli lavoratori e i loro attivisti nei posti di lavoro.
RdB d'ateneo ha sostenuto questo accordo ben conscio che al di là delle sue luci e delle sue ombre rappresenta un punto di svolta rispetto a una prassi poco più che notarile delle contrattazioni integrative del passato e marca un avvio di ripresa di coscienza dei lavoratori sul futuro che ci aspetta come ha dimostrato il dibattito appassionato nella assemblee.
D'altra parte questo accordo non nasce dal nulla ma un preciso progetto di difendere il salario integrativo conquistato negli anni scorsi e tutelare l'autonomia contrattuale nell'ateneo, progetto discusso e deciso nell'assemblea nazionale dei delegati della RdB Università nel lontano gennaio 2009. I fatti hanno dimostrato che quel progetto ha saputo cogliere, sia pure con alterne fortune, un sentimento condiviso tra i lavoratori e persino tra gli attivisti degli altri sindacati imponendosi al dibattito e all'iniziativa sindacale in moltissimi atenei.
Tornando alla valutazione dell'accordo da parte dei lavoratori non dobbiamo evitare di nascondere che le assemblee finora tenute non hanno visto una grande partecipazione di colleghi. Possiamo discutere a lungo del perché, ma noi preferiamo spenderci per rendere partecipi il maggior numero possibile di lavoratori. Perciò avanziamo la richiesta alla RSU e alle altre OO.SS. di andare a una consultazione referendaria dei lavoratori.
Ridare a tutti i lavoratori il diritto di esprimersi sugli accordi sindacali come giustamente dice la Fiom è un dovere dei sindacati e un diritto dei lavoratori !
Aderente
alla FSM