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STRAGE DI MILANO: LA RESPONSABILITÀ DI QUANTO ACCADUTO PESA SU CHI DOVREBBE FAR FUNZIONARE UN SERVIZIO PUBBLICO COSTITUZIONALMENTE GARANTITO @usbgiustizia #riqualificazione

Roma,

Quanto avvenuto oggi al Tribunale di Milano impone, senza indugi, al governo ed al Ministro di intervenire in maniera seria ed organica sulla riforma della Giustizia. Esprimiamo cordoglio per le vittime e un augurio di pronta guarigione ai feriti.

 

Milioni di cause pendenti civili e penali, a causa dei tempi lunghi della Giustizia, fanno si che giornalmente migliaia di persone affollino i palazzi di Giustizia.

 

Purtroppo fino ad oggi le politiche messe in campo sulla Giustizia sono state tutte fallimentari, si continuano a curare i sintomi piuttosto che intervenire sulle cause. Per cui, paradossalmente, i tempi si dilazionano invece che comprimersi.

 

Lo stesso processo telematico stenta a decollare e presenta numerose falle, i motivi sono tanti ma su tutti spicca quello dell’improvvisazione.

 

Se ancora non lo si è capito la giustizia ha bisogno di investimenti: investire sul personale aumentando gli organici e favorendo il ricambio generazionale è una delle priorità; formare e riqualificare i lavoratori per riqualificare il servizio è un’altra priorità; introdurre nuove tecnologie e nuovi processi lavorativi senza, preventivamente, procedere a simulazioni per testare e valutare l’impatto sul piano procedurale e per stabilire l’idoneità dei software e degli strumenti in dotazione, è pura follia.

 

Inoltre la giustizia necessita di una riforma profonda ed organica che guardi al futuro, piuttosto che alle emergenze. E una seria riforma deve partire dal superamento della concezione “pangiudiziaria” delle tutele riservando la giurisdizione ai beni primari, per poi intervenire sul diritto sostanziale prima ancora che sul processo civile e penale.

 

E’ di questo che ha bisogno il paese, è questo quello che chiedono i cittadini.

 

La campagna, poi, di denigrazione portata avanti dai governi e dai mass media, contro i pubblici dipendenti e che negli ultimi tempi ha preso di mira anche i magistrati, su espresso mandato dei centri di potere finanziari e dalla Troika Europea ha il solo obiettivo di tagliare e privatizzare i servizi pubblici.

 

Nella Giustizia tutto ciò si traduce con l’introduzione di norme a favore dell’arbitrato, della negoziazione assistita, della mediazione; sopprimendo e/o accorpando migliaia di uffici; tagliando le piante organiche del personale e comprimendone i diritti.

 

Quanto poi alla sicurezza dei Palazzi di Giustizia, o alle falle nei sistemi di controllo, sarebbe utile che Renzi, Alfano e Orlando tacessero visto che ci sono Tribunali in cui le misure di sicurezza sono presso che zero e per chi non ci credesse basta venire al Tribunale Civile di Roma, pur non essendo il solo, per rendersene conto.

 

Siamo convinti però che il vero problema sta nella mancanza di volontà a far funzionare il servizio: ecco perché sollecitiamo il Ministro ad intervenire in maniera seria ed organica sulla riforma della Giustizia e sulle politiche del personale.