Il puzzle della riorganizzazione dell’Istituto si arricchisce di una nuova fonte di problemi per i fautori dell’approccio dirigentocentrico. Si prepara una vera carneficina tra quei Ricercatori e/o Tecnologi che si erano prenotati una bella poltrona.
A scombinare i piani, la Legge 114 del 2014 (conversione del DL 90) con il nuovo comma 6 quater dell’articolo 19 del Dlgs 165/2001 che recita:
“Per gli enti di ricerca di cui all'articolo 8 del regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 dicembre 1993, n. 593, il numero complessivo degli incarichi conferibili ai sensi del comma 6 è elevato rispettivamente al 20 per cento della dotazione organica dei dirigenti appartenenti alla prima fascia e al 30 per cento della dotazione organica dei dirigenti appartenenti alla seconda fascia, a condizione che gli incarichi eccedenti le percentuali di cui al comma 6 siano conferiti a personale in servizio con qualifica di ricercatore o tecnologo previa selezione interna volta ad accertare il possesso di comprovata esperienza pluriennale e specifica professionalità da parte dei soggetti interessati nelle materie oggetto dell'incarico, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente.”
La novità targata Madia, demolendo il castello di carte e cancellando ogni possibile spiraglio interpretativo, sancisce in modo netto che ai ric/tecn dell’ISPRA possono essere conferiti incarichi dirigenziali pari al 10% della pianta organica per la prima fascia e al 22% per la seconda fascia (cioè, la parte ECCEDENTE rispetto alle previgenti quote dei dirigenti reclutabili “discrezionalmente”, fissate, rispettivamente, al 10% e 8%). Tradotto in numeri, i posti a disposizione per i ricercatori o tecnologi dell’ISPRA sono MEZZO dirigente di prima fascia e NOVE di seconda fascia.
Leggi tutto nel comunicato allegato!
In allegato anche la lettera inviata ai vertici dell'Ente e p.c. a tutto il personale.
USB P.I. Ricerca
Aderente
alla FSM