Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

In Primo Piano Editoriale

Tavolo sulle pensioni di garanzia, USB: via subito il contributivo e 1000 euro come base minima per tutti

Nazionale,

Al tavolo sulle pensioni per i giovani che usciranno dal lavoro con il sistema tutto contributivo, lunedì 3 febbraio, USB ha chiesto al governo di prendere atto del fallimento di questo sistema e voltare pagina. Chi vive di lavoro precario, discontinuo o part-time non potrà contare su una pensione dignitosa e si vedrà condannato a una vecchiaia di miseria. Per impedire questo occorre ripensare il sistema previdenziale, utilizzando diversamente le tante risorse a disposizione e combattendo la fortissima evasione contributiva che tra il 2000 e il 2015 è stata valuta in 157miliardi di euro.

A costituire la base per calcolare la pensione non deve essere l’ammontare dei contributi versati bensì il tempo effettivamente dedicato al lavoro (e allo studio): l’affermazione di questo principio è il punto sostanziale per combattere le enormi disuguaglianze esistenti e l’assenza di futuro a cui vogliono condannare intere generazioni.

Portare a mille euro la pensione minima e prevedere un sistema di calcolo della parte da aggiungere al minimo fondata sul numero degli anni di lavoro e sulle fasce di reddito IRPEF nelle quali si colloca la retribuzione: questa la proposta dell’USB, che porterebbe una maggiore perequazione ed una forte semplificazione di tutto il sistema.

Va inoltre previsto un tetto massimo per le pensioni che USB individua in 5mila euro, per eliminare la vergogna delle pensioni d’oro mentre tanta parte del paese è in grande difficoltà.

USB ha poi manifestato la sua forte contrarietà verso le proposte avanzate nell’altra parte del tavolo, quella partecipata da Cgil, Cisl e Uil. Stabilire il limite minimo delle pensioni a 780 euro, come definito nella legge sul Reddito e la Pensione di cittadinanza, significa semplicemente accettare l’idea che dopo tanti anni di lavoro precario ci si debba accontentare della pensione di povertà. Una logica inaccettabile che mira a costringere i lavoratori a ricorrere alla previdenza integrativa complementare e a cancellare l’idea della pensione come diritto.

 

Unione Sindacale di Base