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Tavolo tecnico sulla revisione del sistema indennitario

Roma,

TAVOLO TECNICO SULLA REVISIONE DEL SISTEMA INDENNITARIO

(02/24) Nel pomeriggio di ieri, si è tenuto il tavolo tecnico per avviare la discussione sulla revisione del sistema indennitario, in ottemperanza a quanto previsto nella dichiarazione congiunta n. 3 del CCNI 2022-2023. Purtroppo, la discussione si è rivelata deludente e priva di basi solide su cui poter intraprendere una riflessione costruttiva da parte delle OO.SS. presenti al tavolo. Solo dopo che sarà stabilita la quantificazione delle risorse del fondo 2024, salvaguardando il finanziamento per gli oltre 6000 restanti differenziali stipendiali, l'incentivo 2024 ed il TEP per i neoassunti, sarà possibile avviare una discussione razionale e concreta sulla revisione del sistema indennitario.

La USB ha ribadito con forza che il costo delle posizioni organizzative deve gravare sull'Amministrazione, già dal 2024 una parte del loro costo potrebbe essere dirottata al di fuori del fondo. Tuttavia, in questo primo approccio tecnico, l'Amministrazione non ha chiaramente manifestato le proprie intenzioni, rendendo l'incontro sterile nei contenuti.

Tra le varie questioni sollevate, si è chiesto un chiarimento sugli addebiti dei buoni pasto in busta paga per chi è stato trasferito fuori regione. L'Amministrazione si è giustificata affermando che si è trattato di un problema tecnico ed ha assicurato una restituzione degli importi, presumibilmente con lo stipendio di febbraio.

L'attenzione si è poi concentrata sulle problematiche emerse dalla sperimentazione dello "smart-friday". I colleghi che hanno scelto di non aderire si sono trovati senza una postazione idonea e in alcune sedi sperimentali hanno ricevuto pressioni per presentare domanda tramite la procedura AULA per le giornate di venerdì. Si è verificato quello che USB aveva denunciato nei precedenti comunicati. Per completare il quadro, è stata segnalata la situazione dei lavoratori delle ditte esterne, i quali in alcuni casi sono stati costretti a prendere ferie obbligatorie. In sintesi, per ora, sono i più deboli a pagare i risparmi dell'INPS.