Inizieranno nella prima settimana di luglio i saldi estivi e tutti i centri commerciali e gli outlet sono in fibrillazione. USB denuncia il diffondersi di una preoccupante tendenza che vede i direttori decidere per le estensioni degli orari e dei giorni di apertura.
Con la fine dell’emergenza sanitaria pandemica, che aveva costretto a drastiche chiusure e orari ristretti, nella maggior parte delle città si registrano le intenzioni di tenere aperto al pubblico fino alle 22, e in alcuni casi anche oltre tale orario. Allo stesso modo alcuni direttori comunicano la loro intenzione di aprire in giornate festive in cui normalmente, anche prima della pandemia, si era chiusi: è il caso dell’outlet di Castel Romano il cui direttore intende aprire il 26 dicembre, incurante dell’importanza che tale festività natalizia rappresenta per i tanti lavoratori dell’outlet.
Ma preoccupa appunto anche la decisione di spostare a oltre le 21 l’orario di apertura al pubblico.
Se da un lato le direzioni dei vari centri commerciali sembrano perseguire imperterrite in tali decisioni, si levano le proteste di lavoratori e aziende che definiscono tali orari “ingiustificati dagli incassi”, da sempre esigui negli orari dopo le 20.
Siamo consapevoli che la normativa attuale legittima e consente tali aperture, ma nulla le giustifica e le rende necessarie. Al contrario, anche prima della crisi economica, conseguente al Covid e alla guerra in Ucraina, i flussi di clienti e di acquisti si diradavano dalle ore 20. Attualmente i profitti delle maggiori aziende del settore sono tornati a salire, ma non sembrano essere avvantaggiati dall’estensione degli orari e dei giorni di apertura, quanto piuttosto dall’incremento delle vendite multichannel, dalla riduzione degli spazi fisici in favore di quelli virtuali, e da un consistente risparmio sul costo del lavoro: negozi con staff ridotti all’osso e contratti al ribasso. Proprio in ragione di questi ultimi aspetti, risulta sempre più difficoltoso distribuire l’esiguo personale su fasce orarie sempre più ampie e aumentando i giorni di apertura, se non comportando un aumento esponenziale dei carichi di lavoro.
USB rivendica da sempre la riduzione dell’orario a parità di salario, ma per i lavoratori e le lavoratrici impiegati nel commercio, con contratti sempre più poveri e con sempre meno tutele, chiediamo un intervento del Governo per regolamentare le aperture degli esercizi commerciali, oltre all’aumento delle paghe base.
Per queste ragioni saremo presenti con presidi di protesta in vari centri commerciali proprio a cominciare di questa settimana di inizio dei saldi estivi, a cominciare da Porta di Roma il giorno 28 giugno 2023 dalle ore 15.
USB Commercio