Le scelte all’interno dell’Agenzia del Territorio sono, come in tutte le grandi e complesse amministrazioni pubbliche, difficili e articolate. Quando l'Amministrazione decide, o le viene "imposto" di decidere senza il preventivo confronto con le organizzazioni sindacali, le lacune e i limiti di queste scelte si mostrano in tutta la loro inesorabile evidenza.
L'attribuzione delle rendite presunte per gli immobili fantasma, era un nodo organizzativo per il quale il confronto preventivo sarebbe stato opportuno e necessario. Invece, l'ubriacatura da riforma ha suggerito di aggirare il confronto, determinando fughe in avanti che si sono rivelate troppo precipitose.
Se oggi l'Amministrazione chiama (tardivamente) la controparte a condividere scelte assunte in perfetta solitudine, non possiamo fare altro che registrare l'atto (tardivo) di buona volontà prendendone però nettamente le distanze. Il sindacato non può essere visto come un ostacolo sulla strada della buona ed efficiente gestione, salvo poi chiamarlo in causa quando ci si accorge che la macchina organizzativa fa acqua da molti buchi.
Perciò non abbiamo sottoscritto il protocollo d'intesa che l'Amministrazione ci ha sottoposto oggi al tavolo, sebbene fosse il frutto di un confronto sindacale non proprio ortodosso ma comunque finalmente approfondito. Da mesi segnalavamo che l'attribuzione delle rendite presunte richiedeva una preparazione accurata. E quando l'Amministrazione ci ha negato il confronto, abbiamo mostrato le contraddizioni, le falle, le lacune logistiche, lungi dal voler compilare un manuale di casistica organizzativa, consapevoli di dovere comunque tutelare i diritti dei lavoratori evitando che fossero sacrificati alle esigenze organizzative. Che poi è ciò che solitamente si dovrebbe fare al tavolo negoziale...
Dal protocollo di oggi traspare il tentativo, seppure parziale e un po' velleitario, di mettere qualche toppa alle falle da noi evidenziate. Al di là della mancata condivisione dei suoi contenuti complessivi, sappiamo di avere contribuito a quanto di buono c'è in questo protocollo anche grazie alla funzione svolta da USB nelle settimane passate. Se fosse dipeso dalle "anime buone" del sindacato, pronte a scandalizzarsi per le nostre ferme prese di posizione e per le conseguenti iniziative, probabilmente non si sarebbe arrivati a un chiarimento circa le responsabilità dei lavoratori, le garanzie e le tutele loro offerte, la portata e la natura stessa di un'operazione che aveva troppe ombre non dissipate dalle circolari operative interne. E non si sarebbe arrivati a un chiarimento circa gli effetti limitanti dell'articolo 7 del Decreto Sviluppo (decreto-legge n. 70/2011) sulle verifiche in corso dai primi di maggio. Effetti che, almeno per gli immobili fantasma, l'Agenzia ritiene nulli. E di ciò prendiamo atto con piacere salvo temere che gli effetti di quel Decreto si abbatteranno comunque sulle attività di contrasto all'evasione fisco-catastale.
Altre ombre permangono, una su tutte legata al peso che l'attribuzione delle rendite avrà sulla determinazione dei risultati operativi dei singoli uffici, dai quali dipenderanno le sorti del budget e quindi del salario accessorio. In un sistema ormai vecchio e pieno di contraddizioni - di cui non ci stancheremo di chiedere il pensionamento - come è quello che regola il salario di produttività, aver firmato questo pagherò a futura memoria, legato poi al concetto di disagio (portatore di nessun valore aggiunto professionale) è a nostro avviso un errore di prospettiva.
Inoltre, non capiamo il perché di tanta attenzione nel regolare minuziosamente gli aspetti di questa operazione, talvolta in modo perfino casistico, quando ci sono problemi altrettanto urgenti che riguardano le attività istituzionali consuete che attendono da anni risposte altrettanto accurate.
Anche questo è a nostro parere un errore di prospettiva, dettato forse dal vizio/abitudine di considerare meritevole di attenzione solo ciò che è legato all'urgenza, alla straordinarietà, all'eccezionalità. Come se l'Agenzia del Territorio non avesse un suo "vissuto" quotidiano meritevole di maggiore attenzione. Peccato però che i problemi dei lavoratori sono anche problemi legati proprio alla quotidianità, che poco o nulla hanno a che fare con l'attribuzione delle rendite presunte e che pretendono soluzioni altrettanto minuziose.
Non abbiamo mancato poi di ricordare che fra questi problemi ci sono anche: mobilità, avvio e completamento per tutti delle progressioni economiche, salario accessorio degli anni 2010 e 2011 (gli acconti sono previsti dal contratto).
Altra questione generale riguarda le Convenzioni 2011. Non è normale che a metà anno il Ministro non abbia ancora assegnato alle Agenzie gli obiettivi annuali e le risorse ad essi connesse.
E nel ricordare che USB ha scritto al ministro Tremonti (il quale non ha ancora risposto come solitamente non risponde ai bisogni di milioni di lavoratori) per chiedere più risorse in Convenzione, speravamo che l'Amministrazione dicesse qualcosa su questo argomento che però non riscuote molto interesse. Staremo a vedere.
In futuro ci auguriamo che non si debba più vedere il carro messo davanti ai buoi. Che prima ci sia l'informativa, poi il confronto, casomai l'accordo e poi la fase operativa. Funzionava così, bene o male, prima che il Decreto legislativo 150/2009 provasse a stravolgere le regole.
A parte le sentenze dei Giudici del Lavoro, che sistematicamente condannano le amministrazioni che disapplicano i contratti collettivi (vedi da ultimo la sentenza del Tribunale del Lavoro di Lucca del 18 giugno scorso che ha dato ragione a USB), ci accorgiamo che così facendo il carro non si muove e i buoi... si innervosiscono.
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