La C.M.2 del 8/1/2010 contiene “Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana”. Nella sua parte introduttiva spiega che ci troviamo di fronte ad un fenomeno generalizzato e complesso, con aspetti di criticità di non facile gestione e soluzione che incidono negativamente sull’efficacia dei servizi scolastici e sugli esiti formativi (peccato che in quest’analisi precisa e puntuale delle difficoltà mai una volta si accenni alle possibilità di arricchimento, crescita e sviluppo che derivano dall’incontro con l’altro e dalla sua accoglienza).Tale stato di cose, spiega la circolare, impone il superamento di modelli e tecniche educative tradizionali e l’adozione di metodologie, strumenti e contributi professionali adeguati alle nuove esigenze,nonostante ogni costruttivo e lodevole impegno degli operatori scolastici e, in particolare, del personale docente. Coscienziosamente la circolare ricorda che la scuola non può rinunciare alla sua priorità fondamentale che è quella di perseguire con ogni possibile efficacia e responsabilità un’istruzione di qualità. Purtroppo dopo questa dignitosa introduzione, quando si passa ad elencare le misure da adottare, l’elenco è si lungo, anche grazie ad innumerevoli ripetizioni e ad un uso approfondito dei sinonimi (interventi individualizzati-interventi di gruppo-interventi di livello-attivazione di corsi intensivi di lingua italiana -attivazione di laboratori linguistici – attivazione di moduli intensivi – attivazione di progetti linguistici- attivazione di percorsi linguistici curricolari ed extracurricolari- attivazione di corsi propedeutici all’ingresso nelle classi ecc. ecc.) ma non prevede nulla di nuovo rispetto a quanto era già previsto dalla normativa vigente (DPR394/99 art.45) e soprattutto nessuna delle nuove metodologie, strumenti e contributi professionali che si vantavano in apertura; invece si ripete in modo ossessivo di utilizzare le risorse professionali interne, di socializzare le esperienze, di utilizzare le risorse messe a disposizione dall’arricchimento dell’offerta formativa ( quali ? dove sono ? in quale scuola si è verificato questo miracolo dell’arricchimento dell’offerta formativa?) e, dulcis in fundus, di utilizzare le risorse messe a disposizione dalla Legge 440/97 (ovvero sempre le stesse risorse che da anni sono state tagliate e che per quest'anno sono inesistenti).Quindi nessuna nuova risorsa sarà stanziata per affrontare questa “emergenza” e tutto ricade nuovamente sugli insegnanti che nonostante il minor investimento in organici, nonostante la perdita delle ore di compresenza (sempre più spesso usate per coprire le supplenze) e nonostante l’aumento del numero di alunni per classe, devono praticamente prodursi nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. La verità è che i tagli subiti dalla scuola non permetteranno nessun intervento a favore delle situazioni particolari degli alunni, stranieri o italiani che siano. Nella circolare si caldeggiano inoltre le intese con gli Enti locali, le organizzazioni culturali e sociali non profit e tutte le altre agenzie formative presenti sul territorio. Insomma, si spera nei miracoli e nella beneficenza (che di solito viene elargita tramite lo sfruttamento di educatori precari). Per usare proprio le parole del Ministro, “se si vuole che l’integrazione non resti un’astratta petizione di principio ma diventi un traguardo concretamente raggiungibile”, il “corretto ed esauriente orientamento dei flussi” può e deve essere uno degli aspetti da regolamentare, ma di sicuro non rappresenta la soluzione del problema, se non è sostenuto da nuovi investimenti e nuove risorse può rappresentare solo un’equa distribuzione del problema, resa impossibile dal persistere dei quartieri ghetto, frutto delle speculazioni edilizie. Ancora una volta il governo cerca di nascondere l'attacco alla scuola e ai lavoratori, cercando di distogliere l'attenzione con misure razziste e demagogiche.
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