Bella serata ieri sera alla Libreria Comunardi. Un ragionamento su tutti i fronti, un confronto approfondito sulle ragioni del NO, sulle cause profonde della modifica del quadro costituzionale, sugli spazi politici che si potrebbero aprire, i rischi di un'involuzione autoritaria, il processo di accentramento europeo, le condizioni materiali e di coscienza del mondo del lavoro e del non lavoro, lo sforzo di ricomposizione e la crescita di USB, il ruolo del M5S, il problema della rappresentanza politica.
Grazie ad Alberto Airola del M5S per la chiarezza e la lucidità con cui ha descritto lo svuotamento dei luoghi decisionali, l'irrigidimento degli spazi istituzionali, la democrazia bloccata e il progetto di privatizzazione che sta dietro alla sottrazione alle regioni e agli enti locali di ogni margine di decisione.
Grazie a Viola Negro di Noi Restiamo per avere rappresentato a partire da dati incontrovertibili l'attacco durissimo al diritto allo studio, al lavoro, a condizioni di vita dignitose ed in sintesi ad un futuro per le giovani generazioni; e la necessita di una risposta di lotta e di resistenza.
Grazie a Chiara Carratu, di Sinistra Anticapitalista, per avere raccontanto la parabola della democrazia italiana, le possibilità insite nel testo Costituzionale, la cui vita dipende dalla capacità di pressione delle mobilitazioni sociali, alle quali tutti dobbiamo lavorare, oltre il 4 dicembre.
Grazie a Massimo Gabella, della Rete dei Comunisti, per avere messo sul piatto il processo storico che sta alla base di tutto: la costruzione del Polo Imperialista Europeo nella competizione globale, che porta però con sé la possibilità di unificazione delle lotte sull'obiettivo della rottura della UE, in una contesa inevitabile con le forze reazionarie e fasciste.
Grazie a Giustino Scotto d'Aniello, del PCI, per avere richiamato l'eredità della lotta Partigiana come necessario riferimento distintivo del fronte del NO.
Grazie a Luigi Marinelli del Cestes per avere ricomposto e orientato politicamente gli spunti della serata ed aver posto il tema della perdita di egemonia delle classi dominanti e la trasformazione del governo in dominio. Si apre qui uno spazio di intervento, lungo la linea di frattura che spacca in due le società, che richiede anche un cambio di approccio da parte delle soggettività politiche e sociali ed una battaglia politico-culturale militante.
Grazie, per finire ad USB. Qualcuno ha detto che il sindacato ha fatto tanto, perfino troppo, per questo Referendum. Noi ne siamo orgogliosi.
Il 4 Dicembre si vota NO per riprendere a lottare e costruire una vera alternativa sindacale e politica!