La crisi morde di questi tempi un po' dappertutto ma, a Torino, quest'oggi in una giornata particolarmente afosa, si è deciso di scendere in piazza e manifestare attraverso un corteo multietnico, contro la politica di una città che mette letteralmente per strada le classi più popolari lasciandole nella più bieca solitudine e povertà.
Il lavoro manca, circa centomila disoccupati nel torinese, il commercio soffre, le aziende mettono in cassa integrazione oppure licenziano, i privati sfrattano. Il welfare è sparito perché sostituito dalla carità.
La casa, un problema enorme che distrugge la vita del singolo quanto la famiglia, nativa o, extracomunitaria che sia, oggi rappresenta un grave problema che, prima o poi, qualsivoglia amministratore dovrà considerare. A Torino, nell'anno in corso, sono stati circa quattromila gli sfratti, molti dei quali per morosità e, dall'altra parte, l'Agenzia Territoriale per la Casa con un patrimonio di circa un migliaio di alloggi sfitti e da ristrutturare, blinda porte, finestre, non assegna nuovi appartamenti.
Parallelamente, il Comune, con la sua consueta disattenzione, continua a dedicarsi imperterrito alla vendita del patrimonio immobiliare pubblico e, compiacente con le lobby bancarie, cede permessi per costruire case che possono essere acquistate solo da chi i soldi, tanti, ce li ha già.
Per questo motivo e per la repressione che si è messa in atto verso chi occupa gli alloggi vuoti, nella giornata odierna l'USB Piemonte ha espresso la più totale solidarietà nei confronti delle persone scese in piazza partecipando attivamente anche attraverso un proprio striscione.