Sono anni che ci vengono a dire quale deve essere il futuro di un paese serio:
largo ai più meritevoli.
In una nazione come la nostra che ha avuto (e purtroppo ancora ha…) nepotismo e raccomandazione come marchio di fabbrica, nessuno che ci ha ancora detto in che modo deve essere garantita questa tanto sbandierata “meritocrazia”.
Oltre a quello che già dobbiamo e dovremo subire:
· blocco degli stipendi,
· mobilità
· possibili licenziamenti
ora possiamo testare sulla nostra pelle cosa ci aspetta ancora: un sistema di “valutazione” basato proprio su quei disvalori che tutti dicono di voler combattere.
Un sistema, appunto, da cui dipenderà non solo una progressione di livello salariale ma anche una quota consistente del salario accessorio; che vuole premiare fedeli e fedelissimi acuendo una guerra tra poveri che non giova certo né al clima degli uffici né tanto meno all’altrettanto sbandierata “produttività”.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti in questi giorni, proprio quando il voto dei dirigenti concorrerà alla formazione delle graduatorie per gli “sviluppi economici” (!?!?).
In nome della MERITOCRAZIA il dirigente e i capi-reparto hanno deciso di attuare un sistema che prevede:
- il massimo dei voti solo agli stessi capi-reparto;
- il minimo dei voti a coloro che sono o stanno per andare in pensione;
- il resto dei voti, come dichiarato pubblicamente dal direttore, dato secondo il c.d. sistema “Brunetta”.
In assemblea alcuni capi reparto hanno pubblicamente dichiarato di essere stati obbligati (da chi?) ad attuare un sistema che tiene conto di curve “gaussiane” (da cui guarda caso essi stessi si sono esclusi…), e che stranamente, rispecchiano (basta fare due conti) lo stesso metodo “Brunetta” (25%, 50%, 25%) che è inapplicabile alle Agenzie fiscali (è uscito dalla porta e rientra dalla finestra?) e che queste curve dovevano essere simili in tutti gli uffici…
Non dobbiamo avere paura di rivendicare ciò che è giusto e che ci spetta di diritto!!!