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Nazionale Gli editoriali

Tragedia ferroviaria di Corato: finite le lacrime, adesso devono emergere le vere responsabilità!


Terminate le esequie dei 23 morti e il tempo dello sgomento, del dolore e del cordoglio, adesso deve iniziare il tempo della ricerca delle reali responsabilità che hanno determinato la tragedia ferroviaria di Corato, con l'obiettivo principale di far si che una tragedia del genere non possa più accadere.

Un po' troppo frettolosamente, infatti, si è provveduto a scaricare l'intera responsabilità dell'incidente sulle spalle dei due capi stazione e del loro errore umano. Ma ognuno di noi poteva essere uno di loro, incappare in un errore drammatico ma che purtroppo rientra nel calcolo statistico delle probabilità dell'agire umano.

USB non ha alcuna intenzione di lasciar criminalizzare i singoli lavoratori, piuttosto di adoperarsi per fare luce fino in fondo sul perché su quei binari, uno dei purtroppo non pochi tratti di binari privati in esercizio nel nostro Paese, non fossero in vigore sistemi di sicurezza previsti ormai dalla stesse direttive europee che avrebbero costituito un livello ulteriore e indispensabile di garanzia contro incidenti del genere.

Lentamente stanno emergendo ulteriori elementi che gettano una luce ben diversa su quanto accaduto a Corato. Una linea ferroviaria in cui è ancora in vigore il sistema di sicurezza definito “blocco telefonico”, in vigore dagli anni 60, ormai superato da sistemi automatici di controllo che costituiscono un sistema enormemente più sicuro, applicato in Ferrovie dello Stato e in quasi tutti i Paesei europei.
Perché non c'è stato l'adeguamento previsto dalla direttiva europea? E' vero o no che questa direttiva che impone proprio l'adozione di sistemi automatici di sicurezza doveva essere applicata da mesi e comunque entro il 2015?
Le responsabilità in questo caso non sarebbero soltanto delle aziende private che hanno per anni risparmiato milioni di euro non applicando tali sistemi di sicurezza, ma anche e soprattutto del governo e dei vari ministri dei trasporti che non hanno vigilato sulla necessaria applicazione di quanto deciso e che hanno fatto risparmiare i privati, in una logica di continua privatizzazione dell'intero sistema dei trasporti e dell'insieme dei servizi pubblici.

In ogni sistema complesso e quindi a maggior ragione nei trasporti dove la sicurezza deve essere al primo posto per salvaguardare la vita di passeggeri e lavoratori, prevedere un solo sistema di sicurezza è cosa sorpassata da decenni. Ogni incidente è sempre la conseguenza di una catena di eventi ed è per questo che sono previsti sistemi doppi o tripli di sicurezza: se però il sistema adottato è unico e datato (il sistema telefonico previsto in questo caso), allora l'incidente non dipende più da una “catena di eventi” negativi e basta un errore, anche umano, per determinare una tragedia.
Noi crediamo che è questo ciò che è accaduto a Corato e per questo motivo pretendiamo che almeno i sistemi di sicurezza adottati da Ferrovie dello Stato siano estesi immediatamente a tutti i tratti, senza più deroghe.
Se ci sono responsabilità su ciò che è accaduto devono emergere tutte e subito, anche se ciò comportasse l'individuazione di responsabilità politiche ed istituzionali, smettendola una buona volta di  addossare le colpe su singoli lavoratori.
Ed è ora di bloccare definitivamente il processo di privatizzazione delle ferrovie e procedere all'acquisizione da parte di RFI di tutte le ferrovie concesse.