Il settore dei trasporti in generale è soggetto ad un pesante processo di liberalizzazione i cui effetti saranno disastrosi :
per i lavoratori in termini di occupazione e salari, oltre che di abbattimento dei diritti;
per gli utenti in termini di tagli e peggioramento dei servizi.
I contratti di lavoro, recentemente sottoscritti, da quello della cosiddetta mobilità a quello dei ferrovieri e degli autoferrotranvieri, rappresentano un arretramento in termini generali ma allo stesso tempo sono funzionali alla privatizzazione e allo smantellamento delle aziende di trasporto.
Le Ferrovie dello Stato sono sempre più orientate a privilegiare il trasporto dell'1% della popolazione, quella dell'alta velocità, e disinteressate al trasporto pendolare, il 99%.
Il trasporto regionale è ormai abbandonato a se stesso, si sopprimono giornalmente decine di treni incuranti del tanto sbandierato diritto alla mobilità degli utenti un diritto usato solo contro le mobilitazioni dei lavoratori in funzione antisciopero.
Nel trasporto pubblico locale ormai non si contano più le aziende in crisi di liquidità, con bilanci disastrosi, stipendi incerti e con un servizio sempre più scadente e un prezzo del biglietto sempre più caro.
Tper, una delle possibili partecipanti alla gara del trasporto ferroviario regionale, presenta un buco di 9,4 milioni di euro, e ora, fra annunci di vendita e ambigue smentite, si annuncia che per la gara suddetta si cercheranno partners industriali, in sostanza la nuova proposta è di non vendere Tper, ma girare direttamente quote di servizio ai privati…!
In questo quadro si inserisce il progetto disastroso da parte della regione E.R. di mettere a gara il trasporto regionale su ferro, una scelta che liberalizza il trasporto ferroviario regionale con la prima gara europea funzionale allo smantellamento del gruppo FS e che mette pesantemente in discussione il futuro dei lavoratori in termini di tenuta occupazionale, economica e di salvaguardia dei diritti. Un percorso, quello della gara in E.R. , che farà scuola per le restanti Regioni.
Tutti, dai partiti politici ai sindacati complici, a chiacchiere parlano di rilancio dell'economia e di fine delle politiche di austerità, quando in realtà le uniche ricette che sono in grado di proporre sono quelle alla radice della crisi economica: le politiche liberiste.
USB è a difesa del trasporto bene comune, per questo invitiamo la regione E.R. a fare un passo indietro: rinunci alla gara e assieme ai comitati dei pendolari, agli utenti e ai sindacati rilanci una battaglia a difesa del trasporto pubblico come servizio universale dove le eventuali perdite economiche siano compensate dai servizi che creano utili.
Un settore chiave dell'economia come quello dei trasporti non può essere affidato a quei predatori che vedono nella tanto sbandierata concorrenza l'occasione per abbattere i diritti dei lavoratori; rilanciamo la necessità che per gli addetti alla sicurezza l'orario di lavoro sia regolato da una vera e propria legge. In quest'ottica il dpr 374, che regolava l'orario di lavoro di macchina e viaggiante, va posto a base di una piattaforma che tuteli salute e sicurezza dei lavoratori oltre che in veste di vera e propria clausola sociale.