Il Governo e il FMI – Fondo Monetario Internazionale
“La privatizzazione del mondo indebolisce la capacità normativa degli Stati. Mette sotto tutela Parlamenti e Governi, svuota del loro senso la maggior parte delle elezioni e quasi tutti i voti popolari, priva le istituzioni pubbliche del loro potere regolatore. Uccide la legge” (Jean Ziegler – “La privatizzazione del mondo”)
Ogni tre mesi il Fondo monetario internazionale farà un relazione sull'attuazione delle “riforme” decise dal Governo.
Cosa è, dunque, il FMI al quale il Governo affida le sorti dei lavoratori italiani e delle loro famiglie?
Il Fondo Monetario Internazionale è innanzitutto una struttura antidemocratica in cui tutto il potere decisionale è proporzionale alle quote versate da ciascuno dei 187 Paesi che ne fanno parte.
Basti pensare che le 5 nazioni più industrializzate del mondo (Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia e Regno Unito) controllano, da sole, quasi il 38% dei voti e, pertanto, delle decisioni del FMI: chi ha più soldi decide le sorti di tutti gli altri Paesi (one dollar, one vote).
Il FMI è corresponsabile della povertà realizzata attraverso lo sviluppo economico dei Paesi poveri del mondo (sviluppo = povertà).
Lo schema del FMI è basato sui cosiddetti “piani di aggiustamento strutturale”:
Il FMI obbliga gli Stati ad introdurre numerose riforme fiscali, tutte favorevoli al capitale straniero e alle classi dominanti di quel Paese;
Il FMI impone massicce riduzioni delle spese sociali, dell’istruzione e della sanità, la liberalizzazione delle importazioni, politiche di austerità di tutti i tipi;
Lo sviluppo è fondato sul profitto: FMI impone progetti faraonici, inutili e costosi;
Il FMI decide che la produzione deve essere indirizzata verso l’esportazione e non verso il mercato interno;
Aumenta il degrado ambientale: le leggi a tutela del territorio e dell’ecosistema sono considerate “lacci e lacciuòli” dannosi allo sviluppo dell’economia;
Il FMI fa aumentare la pressione nei confronti dei lavoratori: incoraggia l’ulteriore trasferimento di intere produzioni in Paesi poveri o\e in regimi totalitari, mentre all’interno del Paese si creano <zone franche>, vale a dire regioni o aree in cui non valgono le regole, le leggi e i contratti previsti nel resto dello Stato. Le organizzazioni sindacali non allineate vengono ridotte al silenzio con norme liberticide. Si spingono i lavoratori uno contro l’altro (a farne le spese anche i lavoratori disabili) e tutti contro i lavoratori stranieri. Aumentano l’intolleranza e la violenza nei confronti degli stranieri additati a causa di ogni male;
I settori non redditizi dell’economia restano, beninteso, nelle mani del Governo locale.
Scriveva Jean Jacques Rousseau (Discorso sull’origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini): “Se dimenticate che i frutti sono di tutti e che la terra non è di nessuno, voi siete perduti”.