Finalmente gli ascensori della Biblioteca sono stati riparati, resta tutta intera la responsabilità di chi ha permesso che una struttura, come quella della BCT di Terni, rimanesse per settimane in condizioni così disagiate, una responsabilità politica e gestionale che è evidente, visto il permanere di una situazione di degrado del tutto inaccettabile
E pensare che sin dalla sua apertura 11 anni fa, la BCT è stata sempre definita come un “fiore all’occhiello” della città di Terni.
Enunciazioni però spesso contraddette dalle scelte ma soprattutto dalle mancate scelte di chi si è trovato alla guida della città.
Dalla sua apertura l’unico problema sottolineato è sempre stato una presunta quanto non vera, elevata presenza di personale, dimostrando una chiara assenza di cognizione, di come la BCT era stata voluta ed organizzata.
Oggi la struttura mostra segni concreti di abbandono, l’organizzazione del personale appare evidentemente inadeguata alle esigenze. Negli ultimi tempi la BCT sembra sia diventata “riserva” di personale dalla quale altre direzioni possono attingere con frequenza, tanto che altre 3 lavoratrici ultimamente sono transitate ad altri settori.
L’assenza di una ben che minima manutenzione, ci consegnano una BCT in evidente declino, nonostante l’impegno e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori che vi operano, i quali non rinunciano a sperare in un cambio di passo di questa Amministrazione.
La responsabile in Posizione Organizzativa si adopera quotidianamente nel lavoro di copertura dei pur seri problemi, cercando di attutire l’impatto negativo della manifesta negligenza dell’inerzia politica, finendo per contribuire a sedimentare ed ampliare il mal funzionamento di una struttura di importanza primaria per la diffusione culturale nella nostra città.
Non c’erano solo gli ascensori da sistemare! Alcuni bagni non funzionano da mesi, (in uno è caduto anche il controsoffitto), le infiltrazioni di acqua continuano ad scendere in particolare al secondo piano ove le dipendenti, nei giorni di pioggia, cercano di tamponare l’acqua come possono con stracci, cartoni e materiali di fortuna. Nella sala consultazione, frequentata da studenti, molte lampade non funzionano e non vengono sostituite da un anno, creando difficoltà agli utenti i quali, ovviamente, non lesinano lamentele e critiche agli operatori.
Parte degli strumenti informatici sono mal funzionanti ed obsoleti. Ci sono stampanti rotte che obbligano i dipendenti a salvare i lavori su una pennetta per poi stamparli presso la loro abitazione o addirittura in tipografia, sostenendo direttamente le spese necessarie.
L’acquisto di nuovi libri è diventato pura utopia ed anche gli abbonamenti ai periodici sono stati bloccati, per ovvi motivi economici.
L’uscita dall’organizzazione della BCT del personale dell’USI, non è stata accompagnata dalla sostituzione con altro personale competente tanto che oggi, alla reception, l’accoglienza dell’utenza e la relativa informazione sui servizi viene effettuata dai “volontari civici” o da cassaintegrati di aziende private, gli stessi che poi provvedono anche alla chiusura e all’apertura della struttura, operando su impianti di allarme, pannelli elettrici o del gas.
Tutte le telecamere di controllo hanno un cattivo funzionamento, con conseguenze facilmente immaginabili.
L’impianto di condizionamento è fatiscente ed in molti ambienti non funziona affatto, mentre i filtri non vengono puliti da anni.
Insomma, una situazione di forte degrado che sta trasformando, quello che una volta veniva dipinto come “fiore all’occhiello” dell’A.C., in un crisantemo appassito.
Viene da chiedersi se quei 150.000 euro già stanziati per la BCT siano ancora disponibili o siano stati utilizzati, tutti o in parte, per tamponare qualche altra emergenza? Perché se così fosse, il rischio che l’amministrazione ritenga che una Biblioteca Comunale di alto livello questa città non possa più permettersela, è veramente alto. E su questo occorre chiarezza ed onestà politica.
Già dal novembre dello scorso anno, attraverso un documento programmatico da noi presentato tramite le componenti alla RSU, proponemmo un impegno concreto per tutelare non solo chi in biblioteca vi lavora e vi ha dedicato studi, formazione e passione, ma soprattutto per rispetto dei tanti utenti che hanno, nel tempo, riposto fiducia in questo importante servizio ed hanno assunto la BCT come punto di riferimento per la loro formazione e studio.
Avevamo proposto un’assemblea di tutto il personale per concordare azioni volte a sollecitare questa Amministrazione alla tutela di un bene prezioso ed irrinunciabile per la nostra città, una richiesta reiterata anche nei giorni scorsi dagli stessi dipendenti della BCT che attendono anche una dovuta presa in carico delle problematiche organizzative e contrattuali.
Purtroppo nonostante il nostro impegno, la RSU ancora è ferma al palo e, a circa un mese dalle dimissioni della coordinatrice che ha lamentato comportamenti non coerenti da parte di alcuni membri, il vice coordinatore non ha ancora trovato il tempo di avviare una convocazione per tentare di ripartire.
Una scelta che non comprendiamo e che non aiuta. Segnaliamo intanto che l’Amministrazione sta tagliando servizi, privatizzando strutture, svilendo la biblioteca, e non vorremmo che l’unico pensiero di alcuni sindacati, ora costantemente silenti su problematiche per le quali un tempo avrebbero montato una mezza rivoluzione, è quello di silenziare la RSU.
La componente USB in RSU, non rinuncerà in alcun modo ad esercitare le proprie prerogative ed andrà comunque dritta per la propria strada, con il sostegno ed il supporto della Federazione provinciale. Per questo alleghiamo l’ennesima mail inviata alla RSU (questa volta a tutti componenti) ove si chiede chiarezza, senza rinunciare mai ad informare i lavoratori sugli sviluppi futuri e sulle responsabilità di questa paradossale situazione.