Pare che lo Stato italiano "butti" ogni anno oltre un miliardo di euro per pagare gli affitti di sedi e di uffici, senza alcuna trasparenza in merito alle effettive proprietà che detiene e controlla.
Svendita dei beni pubblici e speculazione palazzinara lo scenario quotidiano, a nord come a sud del Paese, nelle piccole come nelle grandi amministrazioni.
A Milano, dopo l’INPS ora tocca all’Ufficio Scolastico Regionale, tutte e due in via Pola, tutte e due in affitto, lo stesso proprietario, tutte e due con personale già ridotto all'osso e costretti a “traslocare” per l’ennesima volta.
L’USR Lombardia continua quindi a non avere una sua sede, dopo anni e anni di spese di affitti, a carico della Provincia prima, della Città Metropolitana di Milano e di altre Provincie lombarde poi.
Fino al 2007 l'Ufficio era nella sede di via Ripamonti, 42, oggi ridotta in stato di quasi abbandono e degrado!
Quindi è stato spostato nella prestigiosa e spaziosissima sede di via Ripamonti, 82, sempre un quartiere per nulla centrale della città, dove il canone d’affitto però non era certo economico.
Poi, nel 2012, la Direzione regionale avrebbe dovuto traslocare, insieme all’Ufficio scolastico territoriale (ex provveditorato) negli spazi di via Soderini 24, da poco risistemati e di proprietà dell’ente locale.
Ci andò solo il provveditorato milanese anche se, a quanto pare, i locali potevano ospitare tutti!
Per la Direzione regionale si preferì invece optare per una sede “più facilmente raggiungibile”, l’attuale via Pola, di proprietà di “Sara Assicurazioni”, preferendo ancora “buttare” in affitto più di 400.000 euro a fronte di un’alternativa “a costo zero”.
Arrivano i tempi della spending review; le casse della Provincia piangono miseria e i continui tagli delle risorse economiche impongono sempre nuovi e ulteriori risparmi all’ente.
La Città Metropolitana decide quindi, unilateralmente, di “ridurre” il versamento del canone mensile d’affitto alla Proprietà. Per questo arriva lo “sfratto”; “Sara Assicurazioni” comunica nel mese di ottobre 2016 la risoluzione anticipata del contratto con intimazione a liberare i locali entro la fine di aprile 2017.
Da quel momento ad oggi solo parole e rassicurazioni; al personale viene riferito da parte della Direzione che la prossima sede sarebbe stata quella definitiva e naturalmente “a costo zero”, perché di proprietà dell’ente e che ci sarebbe stato tutto il tempo necessario per apportare eventuali modifiche e adattamenti della struttura individuata, alle esigenze del lavoro dell’Ufficio.
E invece CI RISIAMO!
Solita storia, altro affitto, altra proprietà, altro spreco di denaro pubblico, per un risparmio di appena qualche migliaio di euro a fronte del notevole disagio che comporta un trasloco di un Ufficio Pubblico, specie se ancora una volta per un periodo transitorio (come si evince dalle parole dell’assessore metropolitano al Bilancio rese alla stampa negli ultimi giorni), e specie se in una struttura magari che si potrà rivelare - a danno sempre dei lavoratori! -, non dovutamente calibrata e orientata al tipo di servizio e alle reali esigenze di lavoro che l’ufficio eroga, OVUNQUE ESSO SIA!
ANZI! Che ben vengano sedi del patrimonio pubblico concesse ad Uffici dello Stato, in particolare della pubblica istruzione, situate in quartieri anche periferici, purché raggiungibili facilmente dal personale, dove possa privilegiarsi l’integrazione sociale e si possa interagire con i vari fenomeni interculturali di cui un quartiere popolare e periferico in genere si nutre.
LA SCUOLA PUBBLICA È E DEVE ESSERE INCLUSIVA
L’esistenza di Uffici pubblici in quartieri considerati “difficili” contribuiscono alla riqualificazione del territorio circostante.
Non era e non è ancor più ora TOLLERABILE e concepibile pagare a un privato un affitto di centinaia di migliaia euro all’anno, a cui si aggiungono i costi di gestione, specie se quella attualmente proposta sarebbe una soluzione temporanea.
Bastava pensarci prima!