"Cari colleghi,
volevo raccontarvi quello che mi è successo nell’estate dell’anno 2009 durante un intervento, peraltro rilevatosi poi molto complesso lungo e pericoloso per la vastità di territorio che ha interessato vicino alla città.
Per chi è addetto ai lavori avrà sicuramente capito che si trattava di “incendio di bosco”.
Nessun problema, un intervento quasi di routine in estate per noi liguri, da effettuare sempre con la dovuta prudenza ma in tranquillità; in questo caso specifico l’incendio interessava una zona di monte vicino all’autostrada A12, talmente vicino che se ne è resa necessaria la chiusura in entrambe i sensi di marcia.
Fortunatamente a Genova abbiamo il mare e quindi durante questo tipo di interventi, condizioni meteo permettendo, l’ausilio dei mezzi aerei è garantito e molto “gradito” da noi poveri vigili costretti a scarpinare in condizioni abbastanza critiche, fumo, arbusti, sentieri impervi ecc… magari per raggiungere una casa disabitata da 50 anni; ma noi non lo sapevamo ed allora dobbiamo andare !!!!!!!!!!!
Vi chiederete perché ho messo tra le virgolette il termine gradito usato in precedenza; di fatto è tutto vero, a noi i mezzi aerei ci evitano un gran lavoro, ci danno un supporto eccezionale scaricando acqua dall’alto sull’incendio, ma c’è un piccolo particolare, occorre essere precisi nei lanci soprattutto se sotto si trovano le squadre di intervento. Quel 6 settembre per me è stato fatale e non per niente “gradito” il supporto dei mezzi aerei; infatti mentre mi trovavo sulla sede stradale perfettamente visibile da tutti sono stato centrato da una valanga di acqua (3000 lt) da circa 15/20 metri di altezza che l’elicottero da lavoro Erickson appartenente al Corpo Forestale dello Stato ha sganciato erroneamente su di me. Di fatto ha colpito anche un altro collega che si trovava poco più avanti a me recandogli pero un danno minore.
Tengo a precisare che non sono esattamente quel che si definisce un “mingherlino” ma un uomo di 43 anni e di circa 100 Kg.
Malgrado ciò sono stato letteralmente schiacciato al suolo; non sono svenuto ma ho perso immediatamente conoscenza e mi sono “risvegliato” dopo alcune ore al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Genova dove, in osservazione per quattro giorni, mi hanno curato in modo esemplare tutte le lesioni più o meno gravi che ho riportato.
Questo in breve è il racconto di un avvenimento realmente accaduto al quale mi vorrei riallacciare per confermare il triste primato del “Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco” e cioè quello di lasciare sempre soli i suoi dipendenti quando, in momenti particolari, avrebbero piacere di avere qualcuno che li tuteli li consigli e li supporti nell’istituzione di pratiche delicate e personali.
Infatti, anche in questo caso, il CNVVF non si è smentito; il giorno dopo ho ricevuto solo la visita dell’allora comandante provinciale VV.F. di Genova e, ad oggi, nessun altro segnale da parte del comando stesso.
Per fortuna che esiste ancora la solidarietà tra noi colleghi, le innumerevoli telefonate da me ricevute ne sono testimone; le continue e gradite richieste di informazione sul mio stato di salute non hanno fatto altro che aumentare l’enorme stima che avevo e che continuo ad avere di tutti i colleghi del comando ma sono sicuro di non esagerare se dicessi di tutta Italia di qualsiasi sigla sindacale e non.
Come ripeto da parte del mio comando non ho ricevuto nessun segnale, non pretendevo certo un tappeto rosso di benvenuto però sarebbe stata cosa gradita se al mio rientro almeno il funzionario di guardia per conto del o il vice comandante avessero perso dieci minuti del loro preziosissimo tempo con me; dico dieci minuti in quanto io presto servizio presso la sede centrale e quindi avrei dovuto soltanto salire tre piani per recarmi nei loro fantozziani uffici pieni di scartoffie, montagne di fogli, progetti o altro ma cose sempre più importanti dello stato d’animo di salute o psicologico di “colleghi” che, come me, hanno avuto i loro bei problemini di salute a seguito di incidenti in interventi di soccorso.
Pensate che allo scadere dei tre mesi di infortunio sono stato io che ho chiesto all’ufficio personale come dovevo comportarmi perché non si erano neanche degnati di fare una telefonata qualche giorno prima per avvertirmi che il tal giorno alle 08.00 di mattina mi dovevo trovare a La Spezia all’Ospedale Militare; naturalmente “il tal giorno” era due giorni dopo la mia telefonata e quindi sono stato IO costretto a cambiare determinati appuntamenti, peraltro visite mediche, che avevo in buona fede fissato in precedenza.
Personalmente penso che tra il personale operativo e quello così detto “dirigenziale e organizzativo” ci sia un netto distacco, forse voluto, ed una mancanza assoluta di dialogo che porta inevitabilmente ad azioni e comportamenti non corretti.
Non si può pretendere sempre occorre anche dare se necessario e comunque sempre assistere il proprio personale in qualsiasi situazione esso si trovi, questo dovrebbe fare un buon datore di lavoro perché, di fatto, il Comando Provinciale è il datore di lavoro di chi ne fa parte e questo, almeno nel mio caso, e’ il momento di dare, in quanto c’è un collega in difficoltà che probabilmente avrà grossi problemi a gestire chilometriche pratiche che sicuramente si perderanno o si incepperanno nei meandri dei Ministeri e dell’Avvocatura dello Stato. Invece neanche a parlarne, assistenza, consigli, parole sconosciute per il comando, non si azzardano neanche a chiamarmi così risolvono a monte il problema senza affrontarlo, una tecnica usata da molti nelle pubbliche amministrazioni, si prodigano a spedire raccomandate a casa limitandosi a fare semplicemente da passacarte tra Ministeri senza avere il coraggio di chiedere spiegazioni, ascoltare le persone coinvolte e solo allora trarre le conclusioni rispondendo loro, con l’autorità di cui sono investiti, a chi chiede ancora informazioni sull’evidenza di un fatto accaduto relazionato ufficialmente da tutti gli enti che sono intervenuti sul posto.
Probabilmente queste per “loro” queste sono solo grane che sottraggono tempo prezioso alla routine giornaliera; era meglio se dopo alcuni giorni di infortunio fossi tornato a lavorare senza fare troppo scalpore, infondo beccarsi 3000 Lt. di acqua sulla testa è come aver subito un gavettone un po’ più grande del solito secchio da 10 Lt. è solo questione di quantità ma il risultato è lo stesso o NO !!!!!!!!!!!!!!!!!
Lascio a Voi l’interpretazione di quanto scritto, spero sia di aiuto ad altri ma spero anche che da parte dei comandi VV.F. d’Italia ci sia una maggiore tutela, un maggiore rispetto ed un maggiore riconoscimento dell’importante ruolo che ricopriamo nel nostro quotidiano operato.
Tanto per chiarire in due parole, mi sono dovuto arrangiare da solo interpellando, ovviamente a mie spese, un avvocato il quale seguirà l’intera pratica di richiesta danni al C.F.dello Stato."