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Lazio

UN DOVEROSO STOP

Roma,

Comunicato n. 09/17

L’incontro svoltosi venerdì scorso in sede regionale avente ad oggetto le esigenze della direzione di coordinamento metropolitano con relativa bozza di interpello ha visto, cosa abbastanza inusuale, la RSU e le OO.SS. tutte fare fronte comune sulla delicata materia per rigettare la proposta iniziale illustrata dalla amministrazione.

Nonostante le preventive rassicurazioni riguardanti essenzialmente i passaggi già operati con la D.G. e la “bontà” della scelta fatta a monte circa la spaccatura di tre regioni, non sono mancati dubbi e incertezze sulla gestione dell’intera operazione proprio perché questo modello organizzativo non è stato condiviso alla fonte.

Entrambe le direzioni si sono sperticate sulla pari dignità tra la nuova struttura di coordinamento ed il Lazio, sulla situazione borderline che va superata in fretta se non vogliamo ritrovarci penalizzati ed infine sull’ennesima “scommessa da vincere”. Tanto per cambiare.

Nessuna lettura sbagliata va fatta rispetto alle scelte attivate nelle altre regioni perché si tratta di esigenze oggettivamente differenti fra i tre coordinamenti metropolitani. Fin qui l’amministrazione.

Dopo avere ottenuto adeguate garanzie sul fatto che non ci saranno spostamenti di personale neanche in seguito, la USB ha ribadito la propria posizione chiarendo quelle che al momento rappresentano le effettive priorità del territorio ed ha fatto includere all’ordine del giorno del prossimo incontro regionale l’emergenza Tivoli, la valorizzazione delle 2 strutture sociali e l’estensione dell’orario applicato in D.G..

Problemi reali che da tempo attendono una parvenza di soluzione sempre rinviata, perché manco se ne discute. Con tutti gli strascichi facilmente immaginabili per il personale bistrattato dell’Istituto e le classiche ripercussioni sull’utenza inferocita.

Tornando in merito all’interpello, abbiamo anche espresso netta contrarietà ad un reperimento di eventuali risorse dal territorio, rammentando l’impegno assunto al tavolo nazionale dieci giorni prima dall’amministrazione per non sguarnire le sedi.

Grazie ad una non facile opera di ricucitura, la USB si è assunta successivamente l’onere e la responsabilità di predisporre i cinque punti irrinunciabili da presentare unitariamente, dopo una breve pausa, ad entrambe le direzioni:

·        Interpello aperto a tutti i dipendenti dello stabile di viale Regina Margherita,

·        Esclusione del territorio,

·        Organigrammi specifici con numeri e tabelle,

·        Verifiche tassative periodiche,

·        Modifica della data di scadenza dell’interpello.

A questo punto è stata l’amministrazione a chiedere un’altra pausa di riflessione, probabilmente spiazzata dalla determinazione e dall’unità di intenti dei convenuti, accogliendo in buona sostanza le richieste di cui sopra con l’unica preoccupazione di ottenere i necessari equilibri, evitando di impoverire il coordinamento regionale in questa perenne fase di emergenza, anche se i carichi di lavoro fossero minori.

A margine della riunione e dopo una veloce illustrazione, è stato infine firmato da tutte le OO.SS. il verbale d’intesa sul Piano di Sviluppo del Telelavoro, con la proroga della durata rispettivamente di 24 mesi sul domiciliare e di 12 mesi sul satellitare (vedi in proposito il documento allegato) con l’ulteriore ampliamento delle attività telelavorabili.