Più si avvicina la data delle elezioni RSU e più i fuochi pirotecnici dei sindacati ombra, quelli che in questi anni sono rimasti silenti su tutto, esplodono nel cielo illuminandolo di fantasiosi giochi di luce.
Oggi scoprono di avere una soluzione per tutti i problemi, ma perché non si sono svegliati prima, evitando inutili e dannosi rinvii? E’ quanto accade anche sull’Ordinamento professionale. Dopo aver contribuito ad impedire che il tema dello sfruttamento dei lavoratori delle aree A e B (I e II area), comunemente denominato mansionismo, trovasse una soluzione all’interno del Contratto collettivo nazionale del Comparto Funzioni Centrali, ora i rappresentanti Cisl di INPS, INAIL, ACI, prendono carta e penna e scrivono all’Aran e al Dipartimento della Funzione Pubblica per dichiarare solennemente che la Commissione paritetica, prevista dal contratto che i loro rappresentanti di categoria hanno firmato, dovrà tener conto del disallineamento tra livello ricoperto e funzioni effettivamente esercitate.
Perché a scrivere questa lettera siano dei rappresentanti di ente e non la federazione nazionale lascia piuttosto perplessi. Le lavoratrici e i lavoratori delle altre amministrazioni dell’ex Comparto Enti pubblici non economici non dovrebbero essere parimenti tutelati (i Consigli nazionali degli Ordini, gli Enti dei Parchi nazionali ecc.)? E i lavoratori della I e II area delle Agenzie Fiscali e dei Ministeri perché non dovrebbero ricevere la medesima attenzione?
Ci si muove in ritardo e con finalità corporative per accaparrarsi voti alle elezioni RSU del 17-18-19 aprile, quando da quei rappresentanti sindacali non è mai stata pronunciata una parola d’attenzione nei confronti dei lavoratori che oggi dicono di tutelare e non è mai stata ufficializzata alcuna proposta di revisione dell’Ordinamento. A memoria non c’è nemmeno il ricordo di una qualche iniziativa a favore dei mansionisti, mentre le iniziative della RdB prima e della USB poi sono state innumerevoli, fino all’ultima manifestazione sotto la sede dell’Aran il 12 ottobre scorso, in pieno rinnovo contrattuale.
USB voleva modificare l’Ordinamento professionale nel corso della discussione per il rinnovo del Contatto collettivo nazionale di Comparto ed aveva avanzato una specifica proposta di Ordinamento costituita da tre distinte aree, come previsto dall’art. 52 del D.Lgs 165/2001:
Un’unica area amministrativa dove riunire le attuali aree A-B-C (I-II-III area);
Un’area dei profili specialistici o delle funzioni di particolare valenza professionale;
Un’area dei professionisti, medici, avvocati da far confluire nell’area della dirigenza, come previsto attualmente per gli Enti pubblici non economici.
La Cisl, insieme alle altre organizzazioni sindacali che hanno firmato il contratto, ha impedito che si parlasse dell’Ordinamento professionale, preferendo rinviare l’esame del tema ad una Commissione paritetica che, a trenta giorni dalla firma definitiva dell’accordo, ancora deve essere convocata e il cui lavoro potrà trovare applicazione solo a partire dal prossimo CCNL.
USB ha scritto all’Aran già il 13 febbraio, il giorno seguente la ratifica del contratto, chiedendo l’immediata convocazione della Commissione. Se l’Aran tarderà ancora ad avviare i lavori di revisione dell’Ordinamento professionale, la USB organizzerà una manifestazione di protesta davanti alla sede dell’Agenzia negoziale, con i lavoratori delle aree A e B (I e II area).
USB Pubblico Impiego/Funzioni Centrali
Aderente
alla FSM