Rinviate alla prossima legislatura le misure di contenimento dei costi della politica, fallito il tentativo d’inserire nel pacchetto una norma che avrebbe fatto risparmiare all’azienda del Presidente del Consiglio 750 milioni di rimborso alla Cir di Carlo De Benedetti, di certo, nella manovra economica, c’è la scure che si abbatte su lavoro dipendente e pubblico impiego.
PENSIONI
- ETA’ - Si anticipa al 2014 l’aumento dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita previsto dal 2015 (3 mesi in più subito e successivi aumenti ogni due anni); Dal 2020 l’età per la pensione di vecchiaia delle donne del privato sarà progressivamente aumentata, per arrivare a 65 anni nel 2032;
- IMPORTI – Dal 2012 le pensioni con importi lordi mensili fino a 1.428 euro saranno indicizzate al 100%, tra 1.428 e 2.380 euro del 45% invece dell’attuale 90%, oltre 2.380 euro non vi sarà alcuna rivalutazione, mentre oggi è del 75%.
ASSUNZIONI E SALARI NEL PUBBLICO IMPIEGO
- Prolungato il blocco del turn over;
- Congelati almeno fino al 2014 gli stipendi dei dipendenti pubblici;
- Prorogato del blocco dei contratti e previsione della sola vacanza contrattuale fino al 2017;
- Rafforzata la mobilità obbligatoria tra pubbliche amministrazioni.
VISITE FISCALI
- Visite fiscali dal 1° giorno di malattia per le assenze dei lavoratori pubblici. Una norma di pura propaganda che, se applicata alla lettera, potrebbe paradossalmente favorire l’assenteismo invece che contenerlo.
SERVIZI
- I previsti tagli agli enti locali e alla sanità incideranno ancora una volta sui servizi e sulla tassazione locale. Probabile la reintroduzione del ticket sanitario dai prossimi anni.
Contro l’approvazione da parte del Governo della Manovra che nel Pubblico Impiego taglia il salario, blocca per un altro triennio il contratto, licenzia i precari e reitera il blocco ormai ventennale delle assunzioni.
Contro l’accordo sottoscritto da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil che smantella quel che è rimasto del Contratto Nazionale, consegna la rappresentatività ai sindacati complici, calpesta qualsiasi diritto dei lavoratori a decidere sulle questioni che li riguardano, sostituisce le RSU elette dai lavoratori con le RSA designate dalle burocrazie sindacali.
Mentre il Governo, la Confindustria e i sindacati complici si apprestano a rimettere mano al sistema pensionistico abbassando ulteriormente il valore delle pensioni, l’Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego dà una prima e forte risposta a tutte queste manovre, che portano il segno univoco di far pagare la crisi ai lavoratori e ai ceti popolari, proclamando lo sciopero generale del Pubblico Impiego il prossimo venerdì 15 luglio.
“Nessuna norma per frenare la corruzione, che ci costa 60 miliardi l’anno - denuncia Giuliano Greggi, dell’Esecutivo Nazionale USB P.I. - niente contro gli evasori, che contribuiscono per 120 miliardi l’anno al deficit.
La manovra è tutta tesa all’utilizzo del ‘Bancomat Pubblico Impiego’, operando in questo modo la destrutturazione del servizio pubblico che cade come un macigno sulle spalle delle classi meno abbienti e dei dipendenti pubblici.
“Lavoratori pubblici che con il mancato rinnovo del contratto 2010-2012, hanno già pagato 6,3 miliardi di Euro, ai quali ora si vorrebbe far sborsare, con il congelamento degli stipendi fino al 2014, altri 2,5 miliardi, che diventerebbero 6,5 se, come annunciano autorevoli giornali economici, il blocco verrà reiterato anche per il triennio 2015-2017.
Senza contare i tagli sul salario accessorio, che in questi ultimi anni hanno falcidiato il potere d’acquisto dei dipendenti pubblici.L’intervento sulle pensioni devasta il futuro di chi ha lavorato una vita e avrà una prospettiva di miseria in vecchiaia. Vecchiaia che per i pubblici dipendenti sarà ancora peggiore, visti i mancati adeguamenti salariali dovuti ai blocchi contrattuali.
Tutto questo merita una prima forte risposta, che anticipa quella che da settembre verrà da una calda stagione di lotte in tutto il mondo del lavoro.
Per questo la USB P.I. ha proclamato per il prossimo 15 luglio uno Sciopero Generale di tutto il Pubblico Impiego, con manifestazioni ed iniziative in tutte le regioni”.
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