Unicoop Tirreno con un’azione unilaterale, ha comunicato ai dipendenti la disdetta dell’integrativo a fine settembre.
La motivazione?
Non aver ceduto alle pretese aziendali di abbassare il costo del lavoro, tagliando occupazione e salari.
Usb in questi mesi di trattativa ha presentato all’azienda proposte concrete a supporto del piano industriale che non gravassero ulteriormente sui dipendenti.
Fin dalla ripresa della discussione dopo la fase acuta dei contagi da Coronavirus, abbiamo sempre dichiarato l’impossibilità di trattare temi fondamentali per la vita dei lavoratori come orario, salario e salute appena usciti dall’emergenza sanitaria, in un periodo di crisi economica di cui non si vede il termine.
Unicoop non solo non ha mai recepito nessuna delle proposte avanzate, ma oggi, di fatto, ha gettato ufficialmente la bandiera dei valori sociali ed etici, che dovrebbero essere a fondamento della cooperativa.
Ha deciso di colpire i lavoratori, scaricando su di loro i costi del Coronavirus e di croniche incapacità gestionali.
Non accettiamo le minacce di Unicoop e non cadiamo nel suo tranello di voler abbattere le tutele con la scusa di estenderle.
Tutti i lavoratori devono godere di pari diritti, non permetteremo la creazione di un esercito di precari, ricattati con la produttività per il raggiungimento di un stipendio degno.
Se Unicoop vuole davvero mettere in atto un principio etico deve redistribuire il profitto accumulato, diminuendo l’orario a parità di salario. Questo è l'unico modo per consentire ai dipendenti di tornare a respirare dopo i mesi convulsi appena trascorsi.
Usb dichiara lo stato di agitazione, pronta a tutte le azioni necessarie se Unicoop non ritorna sui suoi passi, ascoltando le legittime esigenze dei lavoratori.
Usb Commercio