Le mirabolanti conquiste circa il nuovo Contratto Integrativo Decentrato ancora non firmato, che qualcuno si accredita attraverso verità romanzate, altro non sono che articolazioni contrattuali che il CCNL prevede debbano svilupparsi in ambito territoriale e che, tra l’altro, dovranno trovare il giusto finanziamento per produrre ricadute sulla condizione materiale dei lavoratori del Comune di Terni. Non sono quindi “conquiste”, ma la semplice applicazione di norme già esistenti, in applicazione di un CCNL, come sta avvenendo in tutti gli Enti territoriali.
Prendiamo atto con grande soddisfazione che alcune situazioni e problematiche che USB va spiegando da mesi, si sono rilevate al tavolo della trattativa, diventando inevitabilmente patrimonio comune delle parti. Ormai infatti tutti hanno preso coscienza che il pessimo contratto firmato da Cgil, Cisl, Uil e CSA, vieta, agli enti in dissesto, il finanziamento del 208 per le incentivazioni da destinare alla Polizia Locale. Così come ormai appare chiaro a tutti che la stessa indennità di servizio esterno, potrà essere finanziata dal 208, ma solo ad avvenuto rientro dal dissesto finanziario, liberando risorse importanti per il Fondo del Salario Accessorio.
Rileviamo però che ancora ci si attarda nel prendere atto di alcuni fattori che già avevamo individuato in precedenti documenti e che ancora oggi le delegazioni trattanti fanno finta di ignorare. Primo tra tutti il problema della costituzione del Fondo in relazione alle nuove normative, che condiziona in maniera pesante le stesse progressioni e la produttività. Prima se ne prenderà atto e prima si potranno porre in essere tentativi di tutela di questi istituti. Attendiamo come sempre fiduciosi, sperando che come spesso capita, non arrivino in ritardo proprio coloro che oggi perdono tempo prezioso nel lodarsi.
Quello che però ci preme chiarire, riguarda il fronte delle relazioni sindacali. Appare del tutto evidente la strumentalizzazione delle posizioni da parte della Uil e della Cisl, così come appare del tutto ridondante la precisazione della Cgil con l'ultimo suo intervento scritto.
L'USB non ha mai chiesto né mai chiederà di partecipare come soggetto sindacale alle trattative sulle materie contrattuali, né ha mai chiesto o pensato di parteciparvi con i propri membri della RSU in contrasto con le norme del regolamento o della Legge Quadro che ha istituito questo importante organismo. Siamo un’organizzazione costituita da dirigenti e delegati corretti e che conoscono appieno le prerogative che sono loro a disposizione.
L’USB però non intende farsi imbavagliare da patetici tentativi come quelli messi in atto dalle componenti RSU della Cisl e dalla Uil allor quando, nell'imminenza dell'inizio delle trattative, hanno evitato di far riunire la RSU per impedirci di fare la nostra battaglia, attraverso le nostre proposte ed un democratico confronto. Probabilmente è stata la frustrazione, nel vedere fallito il proprio intento, a far saltare i nervi al rappresentante della Cisl, nella maniera che tutti hanno visto e, solo in separata sede, stigmatizzato. Un atteggiamento grave che ci ha obbligato a chiamare immediatamente in causa il CUG.
Non soddisfatti quindi, si sono adoperati affinché i membri dell'USB in RSU venissero fatti fuori dalla delegazione trattante, convocando una riunione soltanto un’ora prima della seconda trattativa sul CID e ponendo ai voti, su richiesta di un componente della UIL, la definizione della delegazione trattante. A maggioranza si è in tal modo stabilito la partecipazione della sola coordinatrice (tra l'altro quel giorno assente) e della vice, in evidente contrasto con il Regolamento dell’organismo, che prevede anche la presenza di altri 4 membri della RSU.
Per chiudere il cerchio, nella bozza del nuovo decentrato leggiamo che ad USB si vorrebbe vietare anche la partecipazione agli incontri politici sulle materie oggetto del contratto, con l’introduzione di un fantasioso articolo 11 che vorrebbe disciplinare gli incontri con l’organo politico, che si sono sempre tenuti e mai regolamentati da alcun CCNL, con una formula con la quale si affossa la separazione delle responsabilità (politica e gestionale), si affossa l'autonomia del Dirigente della delegazione trattante di parte pubblica, prevedendo la partecipazione alle trattative dell'assessore al personale.
Non bastasse tutto ciò, si vieta a tutti i membri della RSU, eccezion fatta del coordinatore, di poter utilizzare la posta elettronica dell'ente.
Un atteggiamento di chiaro stampo discriminatorio ed antisindacale, del quale l'A.C. sembra voglia rendersi corresponsabile e che riceverà, nel caso, la giusta reazione da parte della nostra organizzazione sindacale.
Restiamo infine sorpresi dalle modalità propagandistiche della Uil, volte ad enfatizzare le proprie gesta e quelle dei suoi amici, che di volta in volta cambiano profilo a seconda della convenienza: un’Assessora al Personale che è passata in pochi giorni dall'essere definita incompetente a figura illuminata, così come una delegazione trattante di parte pubblica, è passata dall' ignominia ad esperta del settore.
Una situazione paradossale che, nel suo complesso, esprime una forte caduta di stile da parte dei soggetti sindacali che si sono resi protagonisti di tali azioni ed anche da parte dell’Amministrazione.
Non permetteremo in alcun modo una tale deriva antidemocratica ai danni dei lavoratori del Comune di Terni, ed interverremo affinché il mandato che è stato affidato al nostro Sindacato, sia pienamente e fattivamente esercitato, come garantito dalla nostra Carta Costituzionale.
Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente al Sindaco e all’Assessore al personale, pronti a mettere in campo le azioni di denuncia e mobilitazione che si potranno rendere necessarie.
Terni, 11 luglio 2019