(Roma 13 settembre 2023) Come avevamo ampiamente previsto, l’incontro odierno con la Delegazione trattante di parte pubblica per la definizione del CCNI 2023-25, ha visto la conferma da parte dell’Amministrazione dei contenuti della precedente bozza che avevamo dichiarato di non poter sottoscrivere.
E’ confermata la scelta di destinare alle progressioni uno stanziamento irrisorio delle risorse del Fondo Risorse Decentrate che consentirà progressioni per sole 2581 unità spalmate sulle tre aree (252 per i funzionari, 1769 per gli assistenti, 560 per gli operatori).
Quindi, in coerenza con quanto affermato sin dalle riunioni preliminari, abbiamo definitivamente comunicato la nostra indisponibilità a sottoscrivere un accordo che per l’ennesima volta penalizza gran parte dei lavoratori non riconoscendo agli stessi, attraverso le progressioni, la professionalità acquisita nel corso degli anni con la stabilizzazione di risorse del salario accessorio in busta paga.
Va ricordato poi, che attraverso questo CCNI si definiscono le nuove competenze delle famiglie professionali con un considerevole incremento delle mansioni esigibili per ogni area senza alcun corrispettivo economico per i lavoratori (ragione ulteriore per prevedere il massimo delle progressioni possibili).
Ribadiamo che l’amministrazione con il complice consenso di alcune sigle sindacali mantiene un anacronistico impianto del Fondo Risorse Decentrate continuando a destinare risorse sempre più consistenti a indennità, turni, particolari posizioni, ecc. senza neanche prendere in considerazione, perlomeno, il notevole decremento degli organici avvenuto negli ultimi due anni e la necessità di una verifica rispetto alle modalità di utilizzo presso gli Enti.
E’ importante sottolineare che le uniche risorse che vengono tagliate, anzi del tutto eliminate, sono a discapito dell’area degli operatori non prevedendo più, per gli stessi, la maggiorazione della performance organizzativa come nel precedente anno.
A proposito di performance organizzativa, si conferma l’ingente finanziamento della stessa nonostante il vertice politico non abbia rifinanziato i famosi 21 mln di euro.
Ancora una volta abbiamo sottolineato, con dovizia di particolari, la problematica relativa alla quantificazione delle risorse del FESI del personale militare transitato nei ruoli civili. Per noi è certo che tali risorse siano fortemente sottostimate con forte penalizzazione del Fondo Risorse Decentrate e che l’Amministrazione colpevolmente continui a sottovalutare questo aspetto senza definire con il MEF la effettiva quantificazione delle somme che dovrebbero rientrare nelle disponibilità economiche per la contrattazione integrativa.
Le modifiche del CCNI che hanno recepito alcune nostre proposte per quanto riguarda la previsione di progressioni anche per l’area degli operatori, flessibilità, turni (conferma di max 10 turni notturni effettuabili), welfare e lavoro straordinario non possono certo farci assumere una posizione diversa rispetto alla scelta di non firmare l’accordo.
In coda alla riunione è stato stabilito che il 22/23 settembre si terrà il primo incontro in merito alle progressioni verticali, occasione unica per il superamento dell’area degli operatori e in considerazione delle risorse disponibili, la possibilità per un discreto contingente di lavoratori di acquisire, in deroga al titolo di studio previsto, il passaggio all’area superiore.
Ma, come già affermato nel precedente comunicato, per noi non finisce qui, ci attiveremo da subito presso il vertice politico per la risoluzione delle problematiche evidenziate in merito al FESI, per il rifinanziamento dei 21 mln di euro, e la definizione entro fine anno-primi mesi del 2024 dell’accordo sul Fondo Risorse Decentrate 2024 per un impianto dello stesso in discontinuità con il passato.
COORDINAMENTO NAZIONALE DIFESA USB P.I.