Il piano rifiuti che la Regione Lazio sta tentando di portare avanti tra le proteste di un numero sempre più crescente dei cittadini non solo è dannosa per i territori coinvolti ma riverbera gli effetti anche sul lavoro di questa città.
Infatti, non è possibile pensare che il problema possa essere risolto continuando a individuare siti in provincia per discariche che avvelenano la terra e inceneritori che disperdono i veleni nell'aria che respiriamo, quando Roma continua a produrre tonnellate di rifiuti indifferenziati peggio di una metropoli del terzo mondo.
Se non si risolverà questo problema difficilmente potremo invertire il processo e imboccare la politica dei rifiuti zero, ovvero la riduzione della soglia dei rifiuti non riciclabili al minimo fisiologico, smettendola di considerare la nostra provincia la pattumiera di Roma.
Ama sembra impotente di fronte a questo scenario: non investe, tenta una forma light di raccolta differenziata (la c.d. Duale) che fa infuriare i cittadini coinvolti, licenzia i precari che dovrebbero servire ad offrire un migliore servizio, mentre Alemanno cerca di capire come fa a privatizzarla dopo anni di abbraccio mortifero con Cerroni e la sua discarica a Malagrotta.
Servono investimenti a lungo termine che solo l'Amministrazione Pubblica è in grado di fare e serve un progetto coraggioso fatto di occupazione e rilancio della differenziata porta a porta che né Alemanno né tantomeno la Polverini sono in grado di fare.
Questi signori si nascondono dietro al Commissario Straordinario per omettere le proprie colpe e la propria inerzia rispetto al problema, aspettando che nella Capitale d'Italia scoppi un caso d'immondizia per poter chiedere ulteriori poteri speciali in modo da zittire la contestazione dei cittadindi.
Per questo USB è contro questa politica dei rifiuti, dice NO alle discariche, NO agli inceneritori e SI alla raccolta differenziata porta a porta, rilanciando il ruolo del servizio pubblico.
Tutto questo porta benessere, lavoro e salute a Roma, alla sua Provincia e a tutti i cittadini.
L'avvelenamento del territorio è solo uno dei tanti aspetti del debito che i cittadini pagano ad una politica miope e bloccata. Rifiutiamoci di pagarlo.