I depositi spesso sono talmente pieni che prendono fuoco. Gli incendi, però, avvengono sempre in piena notte e non sembrano accidentali. Un mercato complicato e molto redditizio che funzionerebbe come una perfetta “lavatrice” dei soldi sporchi delle mafie.
Tra domenica 14 e lunedì 15 ottobre sono scoppiati a poche ore di distanza gli ultimi due incendi di rifiuti che da Sud al Nord ormai sono un fenomeno abituale: prima a Milano, nel capannone della Ipb, azienda di stoccaggio e lavorazione di materiali inerti, poi a Novate Milanese, nella ditta Ri.Eco, che lavora plastica e carta. Una vera e propria “epidemia” di incendi che colpisce tutta la penisola e dietro c’è quasi certamente un unico schema criminale a pilotare tutto.
In Lombardia le indagini sono ormai in una fase avanzatissima, ma la serie di eventi che si sono susseguiti nell’ultimo anno e mezzo è impressionante. Dall'incendio doloso a Bruzzano (Milano) del luglio di un anno fa, a quello di settembre alla Eredi Bertè di Mortara nel Pavese che trattava rifiuti speciali. Fino alle fiamme che a ottobre hanno devastato il deposito di rifiuti industriali di Cinisello Balsamo della Carluccio srl, proprietaria anche dell’impianto di Bruzzano. E ancora il rogo che il 12 febbraio è scoppiato nel deposito Amsa di via Zama a Milano. A queste si aggiungono anche le discariche abusive, come quella di Corteolona in Lomellina, dove il 3 gennaio è andato distrutto un capannone abbandonato, stipato di ecoballe, gomma e plastica. Per spegnere le fiamme c’è voluta una settimana.
Ad oggi sono soltanto sei gli arresti effettuati, cinque italiani e un cittadino straniero, tutti residenti in Lombardia.
L'eterna assente, anche questa volta è la sicurezza impegnata ad alimentare il business di carne umana. Con l'immigrazione si guadagna più che con la droga e con i rifiuti si ricicla il denaro. Mentre il decreto sicurezza si impegna sul fronte pseudo terrorista distraendo tutti dai veri problemi di questo paese. Il capo del Viminale è troppo impegnato a sfrattare i bisognosi nel tentativo di aiutare i palazzinari a fare “mercato immobiliare” mentre alla povera gente toccherà dormire per strada, lavorare in nero in concorrenza con i rifugiati e tutti insieme respireranno l'aria avvelenata proveniente dai roghi delle discariche.