Presidente Emiliano: “A me queste cose non piacciono!”
USB: “A noi non piace il suo atteggiamento! NOI e i LAVORATORI non siamo in campagna elettorale!
Dopo ore di attesa, nel corso di un pacifico presidio, il Presidente, in veste inaugurale, con il suo codazzo elettorale non nasconde un certo fastidio ad incontrare i Lavoratori per ascoltare le loro ragioni ed anzi, innervosito, candidamente e minacciosamente esclama: “a me queste cose non piacciono…se volete incontrarmi sapete come fare!”.
Spieghiamo meglio, in data odierna la USB ha organizzato un sit-in di protesta, contro la direzione generale dell’Azienda Ospedaliera “ Ospedali Riuniti “ di Foggia.
Il sit-in si è reso necessario, perché, in una vertenza che dura ormai da quasi un anno, i vertici dell’Azienda risultano essere inadempienti nei confronti di precise disposizioni di legge.
Difatti, i lavoratori di una ditta appaltatrice per la manutenzione degli immobili ospedalieri si sono visti negare il loro TFR allo scadere dell’appalto.
In queste circostanze, fortunatamente e sempre più spesso, interviene il D.Lgs. n.50 del 2016, art. 30, comma 6 per tutelare adeguatamente i lavoratori.
Difatti, la norma vincola la stazione appaltante, in questo caso L’Azienda Ospedaliera, all’intervento obbligatorio e sostitutivo per inadempienza retributiva dell’impresa affidataria, in questo caso la Christian Color.
Dall’inizio del 2019, dopo svariati incontri sindacali, seguiti da altri presso la Prefettura di Foggia, (ex art. 2 comma 2 Legge 146/1990. Procedura di conciliazione) e nonostante l’Azienda abbia accantonato risorse sufficienti ad esercitare l’intervento sostitutivo, a tutt’oggi i lavoratori aspettano la liquidazione del TFR da ben 13 mesi.
Per tali ragioni la USB ha deciso di organizzare, nel percorso vertenziale, un sit-in presso l’Azienda ospedaliera, allo scopo di attirare l’attenzioni sulle istanze dei lavoratori ma soprattutto per cogliere l’occasione della presenza del presidente della regione puglia, Michele Emiliano, giunto per una iniziativa inaugurale del Dipartimento di urgenza ed emergenza.
In tale circostanza, debitamente avvisato, l’USB avrebbe chiesto un incontro per un giungere ad un accordo risolutivo.
Evidentemente il sit-in, che per sua natura è una manifestazione non violenta, organizzato nei confronti della direzione generale dell’Azienda, ha infastidito il presidente della regione.
Difatti, in maniera molto irritata e pubblicamente ha dichiarato che queste manifestazioni non gli piacciono e se si vuole parlare con lui, bisogna adottare altri i sistemi, lasciando basiti i lavoratori ed i rappresentanti sindacali.
In un solo colpo si sono messi in discussione le funzioni fondamentali delle associazioni sindacali, Statuto dei lavoratori e Diritti Costituzionali.
Adesso, si può anche non ascoltare le ragioni dei lavoratori e di chi li rappresenta, ma mettere in discussione processi e manifestazioni democratiche a seconda che piacciano o no, risultano di una gravità inaudita.
Specialmente se dette da chi, nei consessi pubblici, si fa promotore della necessità di avere una pubblica amministrazione chiara, trasparente e soprattutto rispettosa delle norme giuridiche.
Cosa avremmo dovuto fare? Non disturbare il presidente in campagna elettorale, poi davanti ad un ospedale? Ah la sanità pugliese! Fiore all’occhiello della giunta uscente, come tutti i cittadini pugliesi sanno! Eh no Caro Presidente, i diritti dei lavoratori e le prerogative dei sindacati non vanno in vacanza aspettando tempi più comodi o mettendo in atto pratiche meno conflittuali. Noi continueremo la nostra battaglia con gli strumenti democratici propri del sindacato, anche se a qualcuno possono non piacere.
Eserciteremo sempre ed in ogni occasione il diritto di manifestare le nostre ragioni e qualcuno dovrebbe, per il ruolo che riveste, avvertire il dovere di ascoltare, specialmente quando si tratta di diritti negati ai lavoratori.