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Editoriale

USB: IL MINISTRO ORLANDO DISCRIMINA I LAVORATORI DELLA GIUSTIZIA

Roma,

USB P.I. boccia in toto lo schema di decreto del ministro della Giustizia Andrea Orlando che modifica il decreto 20 ottobre 2016 (G.U. 268 del 16 novembre 2016), con il quale si procede ad ulteriori 1000 assunzioni nei vari profili professionali senza tenere in alcun conto i lavoratori della Giustizia, salvo poi sollecitare osservazioni da parte delle organizzazioni sindacali.

USB P.I. diffida il ministero, chiedendo un tavolo di confronto immediato sulla riqualificazione di tutto il personale, in cui discutere anche del “papocchio” innescato con la messa in scena della farsa del 21 quater e della sorte di coloro che rimarranno fuori.

USB ha più volte sottolineato la necessità di assunzioni, soprattutto di giovani per un reale ricambio generazionale, ma di pari passo con il riconoscimento della progressione giuridica ed economica del personale già in servizio, che con professionalità e competenza ha tenuto testa alle continue riforme della Giustizia, molto spesso schizofreniche. Basti vedere il provvedimento che aumenta le competenze del Giudice di Pace, ormai somigliante molto più alle vecchie Preture. Ennesima riforma a costo zero tutta sulle spalle di quei lavoratori già duramente provati dalla sproporzione tra carichi di lavoro e dotazioni organiche.

Ormai la farsa del 21 quater si è conclusa, anche se manca ancora la graduatoria definitiva, e i lavoratori hanno finalmente capito la trappola mortale nella quale sono caduti. Gli esclusi dalla farsa (informatici, contabili, ecc..), gli idonei non vincitori, coloro che non sono stati neanche presi in considerazione (operatori, assistenti, funzionari, direttori ecc..), gli ausiliari abbandonati ed esiliati nella loro area nonostante l’accordo del 2010 prevedesse la riqualificazione per 270 di essi, sono sempre più pronti alla lotta.

Sconcerta che, nonostante la barca faccia acqua da tutte le parti, il ministro Orlando continui a girare in lungo ed in largo l’Italia magnificando i suoi 3 anni al dicastero per dimostrare quanto sia migliorato il servizio Giustizia. E proprio sui numeri sfidiamo il ministro: a fronte di circa 1500 assunzioni dal 2015, possiamo affermare con certezza che nello stesso periodo sono quasi 2800 i dipendenti non più in servizio per pensionamenti, decessi e altro.

Proprio per la situazione drammatica in cui versano gli uffici giudiziari e la disponibilità con la quale il personale ha sopperito alle carenze di organico e alle deficienze dell’amministrazione, occorrerebbe che i vertici del ministero intervenissero sul piano della riqualificazione, con una seria e complessiva programmazione, spalmata nel medio termine, che comprenda il passaggio giuridico ed economico di tutto il personale, nessuno escluso.

USB non può che stigmatizzare il comportamento dell’amministrazione, la quale ha provveduto per ben due volte a rinviare la riunione sulla riqualificazione di tutte le figure professionali rimaste al palo, senza fissare una nuova data.

USB avverte che in caso di ulteriori indugi nella convocazione, procederà a mettere in campo tutte le iniziative idonee e necessarie per tutelare gli interessi dei lavoratori, non solo con particolare riferimento al diritto alla carriera ma anche rispetto alle condizioni di lavoro, ai carichi di lavoro, ai problemi di salute e sicurezza negli uffici giudiziari e al conseguente stress da lavoro correlato.